Migranti: raggiunta intesa Ue-Turchia. Conclave a Bruxelles sulla crisi dei rifugiati
21/03/2016 - Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha messo sul tavolo dei 28 una proposta rivista, frutto del negoziato con Ankara, chiedendo ai leader di adottarla senza apportare cambiamenti. Si apprende da fonti Ue. Secondo la bozza, i rimpatri in Turchia dei migranti arrivati illegalmente in Europa prenderanno il via dal 20 marzo mentre si prevede un'accelerazione dei primi 3 miliardi di euro ad Ankara e l'apertura del capitolo negoziale 33 (quello che riguarda il budget) per l'adesione della Turchia all'Ue.
"Sono tornato a Bruxelles per un nuovo vertice: tutti questi eventi dimostrano che le relazioni Ue-Turchia e l'adesione della Turchia all'Ue sono importanti non solo per i rapporti tra Ue e Turchia ma per tutte le questioni internazionali". Così il premier turco Ahment Davutoglu al suo arrivo all'incontro con i leader Ue Tusk, Juncker e Rutte.
Migranti: Davutoglu, oggi è una giornata storica - Il premier Ahmet Davutoglu celebra l'accordo Ue-Turchia parlando di "giornata storica" e affermando che "l'Ue e Turchia hanno lo stesso destino, le stesse visioni e le stesse caratteristiche". "Non c'è futuro per la Turchia senza l'Ue e non c'è futuro per l'Ue senza la Turchia", dice, invitando ad una collaborazione strategica sulla crisi siriana.
Renzi, accordo Turchia-Ue rispetta tema diritti - "L'accordo raggiunto al Consiglio Ue rispetta i paletti che anche noi, non solo noi, avevamo messo: c'è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell'Europa". Lo ha detto il premier Matteo Renzi al termine del vertice Ue. - "Ora il tema - ha aggiunto Renzi - è far seguire alle parole i fatti. Come Italia auspichiamo che tutto vada per il meglio. Se solo, grazie a quest'accordo, riuscissimo a salvare un solo bambino, avremmo fatto solo il nostro dovere"
Migranti: Renzi,in accordo riferimento a Libia e Africa -"Nelle conclusioni raggiunte oggi dal Consiglio Ue c'è un esplicito riferimento alla Libia e all'Africa". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, esprimendo con soddisfazione "l'approccio onnicomprensivo" assicurato dal Consiglio Ue. "A chi ci chiede che bisogna aiutarli a casa loro - ha aggiunto - noi diciamo che la strada è la cooperazione. Ora il punto è passare dalle parole ai fatti". "Questo è uno dei grandi temi di novità proposto negli ultimi due anni con l'azione del governo e delle istituzioni italiane. Abbiamo rimesso l'Africa al centro", ha aggiunto il premier.
Botta e risposta Davutoglu-Tusk su libertà espressione - Botta e risposta tra il premier turco Ahmet Davutoglu ed il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. "Ho avuto una profonda delusione quando ho visto che la stessa organizzazione terroristica" (curdi) che ha colpito ad Ankara "manifestava qui dietro, a Bruxelles - ha detto Davutoglu -. Si deve avere rispetto per il nostro dolore, a questo si riferivano le parole di Erdogan sull'Europa". Tusk ha difeso il Belgio parlando di "parole esagerate", ed ha aggiunto: "La libertà di parola è il marchio di fabbrica europeo"
Merkel,no ricollocamenti solo da Ungheria e Slovacchia - Solo Ungheria e Slovacchia si sono dette non disponibili al piano di ricollocamenti dei rifugiati bloccati in Grecia. Lo dice Angela Merkel dopo la conclusione del vertice.
Migranti:Turchia ferma 1.734 irregolari diretti Lesbo - Le autorità turche hanno fermato oggi in una maxi-operazione marittima e terrestre 1.734 migranti irregolari che volevano raggiungere l'isola greca di Lesbo. Lo rende noto un comunicato delle forze di sicurezza, spiegando che nei blitz sono stati anche arrestati 16 presunti scafisti. L'operazione è stata compiuta dalla guardia costiera nelle acque territoriali turche nell'Egeo e dalla gendarmeria nei pressi della località di Dikili, nella provincia di Smirne, punto di partenza privilegiato nella rotta dei migranti per Lesbo.

I 28 hanno trovato una posizione comune sui termini generali del negoziato con la Turchia nella crisi dei migranti - anche se non l'hanno formalizzata - ed hanno dato il mandato al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk a trattare col premier turco Ahmet Davutoglu, tracciando il perimetro di manovra. Al termine della prima giornata i lavori del summit la cancelliera tedesca Angela Merkel ha sottolinea che le trattative saranno "tutto tranne che facili". Il documento circolato a Bruxelles nella notte sembra però non soddisfare Ankara che chiede maggiori impegni sui tre miliardi aggiuntivi e sull'apertura dei capitoli per l'adesione all'Unione su cui grava il risoluto 'no' di Cipro. Tra gli scogli per raggiungere un'intesa con la Mezzaluna, c'è anche la trattativa sulle modifiche normative chieste per garantire alle altre nazionalità di richiedenti asilo la stessa protezione che già offre ai siriani. Il punto è fondamentale per poter attuare il rimpatrio di tutti i migranti e richiedenti asilo arrivati in Grecia.

A Bruxelles i leader hanno espresso 'caveat' e preoccupazioni, e sebbene nessuno in definitiva sia sembrato davvero intenzionato a rovesciare il tavolo, la partita - in cui anche Atene gioca un ruolo da protagonista - è molto complessa. L'atteggiamento resta costruttivo perché i capi di stato e di governo, con Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa, ma pesa il granitico veto di Nicosia all'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione, fino a quando Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti. Anche alla cena Anastasiadis ha ribadito la sua riserva. I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa. Anche l'ultima versione della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio, che non "pregiudica" le future mosse dei Paesi Ue. Nonostante le numerose preoccupazioni espresse dai leader anche oggi, nella bozza di dichiarazione per ora resta invece la liberalizzazione dei visti entro fine giugno, un punto molto caro al presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è già rivenduto la promessa ai connazionali.
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