Sconti fiscali per chi investe nelle Pmi
07/03/2016 - Londra

C’è un piano del Governo per aiutare le piccole imprese a diventare più grandi, patrimonializzate e capaci di competere sui mercati esteri. E passa per due canali: facilitare fiscalmente il risparmio retail che si orienta verso forme di investimento per la crescita delle Pmi e un maggior coinvolgimento del sistema del risparmio gestito verso forme di finanziamento diretto delle imprese.

Il tema del sostegno alla crescita - evocato, ovviamente in termini più ampi, a Londra, dal ministro Pier Carlo Padoan a margine del convegno Aspen dedicato a “Business in global disorder” - dovrebbe tradursi in misure concrete nei prossimi mesi. L’obiettivo è quello di rafforzare i canali di credito non bancario puntando, appunto, sull’alleggerimento dei vincoli fiscali al credito alternativo con un’attenzione mirata alle imprese di dimensioni comprese tra i 50 e i 250 milioni di ricavi. Su questo fronte le misure allo studio dei tecnici dell’Economia sono più avanzate mentre per il coinvolgimento del risparmio gestito e dei fondi pensione in investimenti sull’economia reale nazionale ci sarebbero ancora passi da fare.

Il segnale arriverà comunque entro la primavera, insieme con un primo “tagliando” sulle misure lanciate un anno e mezzo fa con il piano di azione denominato “finanza per la crescita”: dalle diverse forme di liberalizzazione del credito a soggetti non bancari all’avvicinamento delle Pmi al mercato dei capitali, gli investimenti in innovazione, fino alle ultimissime misure come il patent box e il superammortamento. «Le imprese italiane - spiega Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministro dell’Economia - hanno una presenza forte sui mercati internazionali in termini di prodotti ma non di investimenti diretti. Per farlo devono crescere di dimensione e rafforzarsi in termini di capitale e di governance».

Il tema più generale del trasferimento del credito alle imprese è stato evocato dal ministro Padoan a Londra. Riflettendo sull’efficacia del quantitative easing in Europa il responsabile dell’Economia ha precisato che in America funzionano meglio «i canali di trasmissione della liquidità che deve trasformarsi in sostegno ai consumi e agli investimenti. Per questo l’azione della Bce deve essere sostenuta da riforme strutturali a livello nazionale e dall’uso degli spazi di bilancio per accelerare la crescita».

La politica economica, monetaria e il destino stesso dell’Europa sono stati al centro del dibattito organizzato dall’Aspen a Londra. Il ministro Padoan ha messo l’accento sulla Brexit, portandola oltre i confini britannici. «L’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sarebbe – ha ribadito – un danno per la Gran Bretagna e un danno per l’Europa. Il dibattito in corso è la manifestazione peculiare inglese di un’insoddisfazione più generale della società e dei cittadini Ue. Ecco perché l’Europa ha bisogno di un progetto ambizioso che ponga crescita e occupazione al centro».

Un discorso che vale anche per noi, secondo il ministro, anzi soprattutto per noi europei continentali, ci sarebbe da aggiungere, che a differenza del Regno Unito abbiamo una dinamica di sviluppo più lenta e un tasso di disoccupazione molto più elevato.

La missione di Pier Carlo Padoan a Londra ha avuto come obbiettivo chiarire anche un po’ di equivoci sull’Italia e soprattutto sul banking italiano. «Nella City c’è pieno riconoscimento – ha detto - che le riforme stanno dando i loro frutti come dimostrano i dati sul mercato del lavoro. La domanda che più si è levata riguarda le sofferenze, ma il sistema bancario si sta ristrutturando ed esce con solidità da tre anni di recessione». Che i non performing loans abbiano cessato di far paura alla City è presto per dirlo, ma secondo il ministro «l’interesse è crescente e credo si stia avviando un meccanismo capace di svilupparsi nel tempo». Fra le ragioni di un quadro in evoluzione c’è anche il mercato immobiliare italiano che non ha mai vissuto la bolla spagnola e irlandese ed ora si sta risvegliando dopo anni di stagnazione. Una dinamica di questo tipo «migliora indirettamente – ha voluto precisare il ministro – la qualità delle sofferenze».
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