Clima: Ue, avanti con attuazione accordo Parigi. Greenpeace accusa, non rivisti target 2030. Verdi, più CO2 da Ets
03/03/2016 - BRUXELLES - L'Ue va avanti con l'attuazione dell'accordo sul clima di Parigi e ne fissa i prossimi passi, a partire dalla ratifica sino alla valutazione delle sue implicazioni. E' quanto ha stabilito oggi la Commissione europea con una comunicazione, in cui sottolinea l'importanza di una "firma rapida" dell'intesa e propone al Consiglio di siglarla a nome dell'Ue. Questa "dovrà" inoltre "essere pronta a partecipare ai processi di revisione" messi in piedi "per assicurare il raggiungimento dell'obiettivo di mantenere il cambiamento climatico ben al di sotto dei 2 gradi e perseguire gli sforzi verso gli 1,5 gradi".

Il primo rapporto dell'Ipcc, a cui contribuirà anche l'Ue, sarà per il 2018, mentre entro il 2020 tutti i Paesi, Ue inclusa, dovranno comunicare le loro strategie di decarbonizzazione per il 2050. L'accordo di Parigi inoltre "giustifica l'approccio Ue" con la riduzione di almeno il 40% dei gas serra per il 2030, quindi le proposte legislative dovranno avere una "corsia preferenziale" a Parlamento e Consiglio Ue.

Greenpeace ha però accusato la Commissione di "non aver mantenuto l'impegno a portare gli obiettivi climatici Ue in linea con l'intesa di Parigi". Nella "deludente revisione" compiuta oggi, Bruxelles "non è riuscita a raccomandare una revisione dei target Ue 2030" che sono "basati su un obiettivo di limitare l'aumento della temperatura di 2 gradi". Ma la portavoce del commissario all'energia Miguel Canete ribatte: "La nostra politica è pienamente in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi, e non diciamo che non la rivediamo", sottolineando gli appuntamenti previsti del 2018, 2020 e 2023.

Anche i verdi dell'Europarlamento, secondo un documento interno visto dal 'Guardian' inviato dalla Commissione Ue, hanno accusato il sistema Ets messo in piedi dallo stesso esecutivo di 'sforare' di oltre 2 miliardi di tonnellate di CO2 gli obiettivi fissati dall'accordo della Cop21. I prezzi delle emissioni di carbone aumenteranno infatti troppo lentamente per tagliare le emissioni industriali di quanto necessario. "Questo non è vero", ha ribattuto la portavoce della Commissione, spiegando che le conclusioni tirate dagli eurodeputati della commissione ambiente non sono corrette e che l'obiettivo del taglio del 40% delle emissioni per il 2030 "è il risultato di un considerevole lavoro analitico". Il ritmo di riduzione, basato su un tetto massimo di emissioni, prevede un fattore lineare dell'1,74% sino al 2020, poi del 2,2% per raggiungere il 40% nel 2030, e superiore al 2,2% per i target 2050 tra 80-95%.
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