La crisi dei migranti spacca le tradizionali alleanze nella Ue
01/03/2016 - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, alleata con il premier greco Alexis Tsipras, Vienna con i paesi Balcani, i Paesi del blocco di Visegrad (Ungheria, Polonia , Repubblica ceca e Slovacchia) uniti contro tutti gli altri partner europei sul tema dei profughi. Senza scomodare vecchie reminiscenze da impero asburgico, la mappa delle alleanze europee viene completamente sparigliata dalla ennesima drammatica puntata della crisi dei migranti che neppure d’inverno dà tregua ai paesi dell’Unione.

Tutto è rinviato al vertice europeo straordinario dei leader dei 28 con la Turchia che si terrà il 7 marzo prossimo a Bruxelles mentre il commissario europeo all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, e il ministro dell'Interno olandese (presidenza Ue), Klaas Dijkhoff, hanno invitato tutti gli Stati membri, «ad agire in un congiunto spirito di solidarietà e responsabilità, specialmente in tempi in cui occorrono unità e soluzioni comuni».

Belle intenzioni sulla carta smentite dai nuovi muri eretti in fretta e furia ai confini, dal rifiuto di accettare le quote di migranti e dai referendum indetti sul tema come ha fatto il Governo ungherese di Orban. Ognuno per sè sembra essere il nuovo motto dei 28 come se non si trattasse di flussi di migranti spinti da guerre (in Siria è appena iniziata una seppure fragile tregua) ma di invasione barbariche.

Il 7 marzo a Bruxelles ci sarà l’ennesimo incontro tra l’Unione europea e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan che dovrebbe garantire di filtrare l’arrivo di migranti dalla Siria e Iraq visto che l’Afghanistan è diventato zona sicura, cioè senza conflitti in corso e quindi i suoi cittadini non avrebbero più diritto allo status di profughi. La Macedonia, che non è membro Ue, ma che vorrebbe entrare nel club, sta erigendo il muro per conto dei Paesi balcanici e dell’Austria, venendo così incontro alle esigenze anche dei Paesi di Visegrad.

L’unico desiderio di tutti i membri europei sembra essere uno solo: «Non nel mio cortile di casa». Anche se questo approccio miope ed egoista potrebbe scatenare un effetto domino e alla fine alla dissoluzione di qualsiasi risposta comune con un respiro strategico.
In rilievo
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