Avramopoulos, avanti con la riforma di Dublino "Fare più rimpatri. Paesi rispettino impegni sui ricollocamenti"
01/02/2016 - BRUXELLES - In un'intervista all'ANSA il commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos tocca aspetti cruciali della politica migratoria europea. Sul fronte dei ricollocamenti, che fino ad oggi si sono rivelati una macchina inceppata ferma a 414 trasferimenti, il commissario Ue avverte: "Quella di ricollocare 160mila profughi è una decisione vincolante. E' tempo che gli Stati prendano le loro responsabilità e facciano ciò per cui si sono impegnati". Avramopoulos sottolinea la necessità di fare in modo che "i provvedimenti di espulsione si trasformino davvero in rimpatri".

Mentre rispetto al regolamento di Dublino il responsabile all'Immigrazione ricorda che i piani per la sua revisione saranno presentati a marzo. La riforma punterà "ad assicurare un sistema di distribuzione più equo tra i Paesi, un vero sistema di condivisione di solidarietà". La norma era stata progettata "in un contesto diverso, e le attuali regole semplicemente non sono più sostenibili". Parlando dei ricollocamenti Avramopoulos mette in guardia: il piano della Commissione Ue "è già sul tavolo da mesi. Il punto è ora quello di metterlo in pratica, e questo è compito degli Stati. Le offerte devono aumentare in modo urgente, e i Paesi devono inviare staff aggiuntivo per Frontex, come sono stati chiamati a fare. Non è un problema greco o italiano, questa è una responsabilità condivisa dall'Europa".

Il commissario Ue punta il dito anche sulla necessità di migliorare la politica sui rimpatri. "Su questo non c'è dubbio. Dobbiamo lavorare su diversi fronti. Prima di tutto occorre attuare il Piano d'azione e quanto è previsto dalla direttiva. In particolare fare in modo che i provvedimenti di espulsione si trasformino davvero in rimpatri". Ma serve anche andare avanti col negoziato con gli Stati sulla proposta per una lista Ue di Paesi di origine sicura: "Spero che la presidenza olandese ne faccia una priorità". Occorre negoziare nuovi accordi di riammissione, attuando in pieno quelli già in essere. "Stiamo lavorando a questo sia sul livello tecnico che politico. Inoltre con la nuova proposta per i guardacoste e guardie di frontiera Ue, Frontex avrà un mandato esteso e potrà condurre le operazioni di rimpatrio, non solo coordinarle, come accade ora".

"Come annunciato a settembre - evidenzia Avramopoulos - la Commissione definirà una riforma del Sistema di Dublino. I piani rispetto a questo saranno presentati a marzo. L'attuale sistema è stato pensato in un contesto diverso, e le regole semplicemente non sono più sostenibili. La revisione punterà ad assicurare un sistema di distribuzione più equo tra gli Stati membri e assicurare che Dublino diventi un vero sistema di condivisione di solidarietà". Il lavoro è in corso, spiega: "Stiamo analizzando diverse possibilità, in particolare su come raggiungere un sistema di distribuzione più giusto. Siamo in regolare contatto con tutti gli Stati membri. Nessuna decisione politica è stata presa rispetto a questo".

Ma se Bruxelles lavora alla riforma di Dublino, "sostiene finanziariamente Italia e Grecia" e supporta gli hotspot con personale Frontex, "riconoscendo che nessun Paese" può far fronte da solo alla situazione, Avramopoulos avverte: "Questo non li assolve dalle loro responsabilità. Devono registrare, raccogliere le impronte digitali ed identificare tutti i nuovi arrivi; li devono trattare così potranno fare richiesta di asilo nel Paese, essere ricollocati, o rimpatriati".
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