100mila migranti via da Svezia e Finlandia Piano Ue per 250mila profughi da Turchia in cambio riammissioni
29/01/2016 - BRUXELLES - L'Ue spinge sulla politica dei rimpatri dei migranti. "E' una questione di credibilità" ed è essenziale per l'accoglienza di chi ha davvero titolo alla protezione internazionale, avverte Bruxelles. La Svezia pianifica fino a 80mila espulsioni di persone che non hanno diritto all'asilo e guarda alla Germania come partner per i voli verso i Paesi di origine, col coordinamento di Frontex. La Finlandia vuole allontanare 20mila persone. Intanto il leader del partito social-democratico olandese Diederik Samsom in un'intervista a De Volkskrant rivela che la presidenza di turno Ue - in mano proprio all'Olanda - sta lavorando ad un piano per mettere assieme un gruppo di Paesi disposti ad accogliere tra i 150mila ed i 250mila profughi l'anno dalla Turchia, in cambio di rimpatri accelerati. Un progetto che riscuote forti critiche dalle organizzazioni umanitarie, con Amnesty International che parla di "bancarotta morale" dell'Europa.

Ma fonti della stessa presidenza prendono le distanze, spiegando che Samsom "non è un membro del governo Rutte e che parla a titolo personale". Nelle stesse ore fonti Ue ricordano piuttosto la raccomandazione della Commissione al summit dei leader di dicembre, per mettere in piedi uno schema di riammissione umanitaria su base volontaria, nel quadro del piano di azione Ue-Turchia, da lanciare quando i dati statistici avranno dimostrato che gli arrivi sono davvero diminuiti. Di fatto, un modo per rimarcare che Ankara non viene lasciata sola.

D'altra parte, evidenziano ancora le fonti, le convenzioni internazionali vietano i respingimenti: "chi chiede asilo ha diritto ad una piena procedura". Altra cosa sono i rimpatri dalla Grecia alla Turchia per i migranti illegali.

Sulla base degli accordi bilaterali Atene-Ankara sono possibili anche per chi ha transitato in Turchia in provenienza da altri Paesi Terzi. I dati di Frontex stimano per dicembre un 60% di migranti economici mischiati ai profughi arrivati in Ue.

Il portavoce della Commissione Natasha Bertaud ribadisce che "i rimpatri sono uno dei pilastri della politica migratoria Ue.

Non vogliamo dare l'impressione che l'Europa sia una porta aperta. Le persone che non hanno diritto a restare in Ue devono essere rimpatriate". In questa cornice sono da leggere anche le notizie che rimbalzano da Stoccolma e Helsinki.

Il ministro dell'Interno svedese Anders Ygeman avverte che il Paese si sta preparando ad espellere tra i 60mila e gli 80mila migranti. Secondo le stime del governo, circa il 45% delle 163mila richieste d'asilo presentate nel Paese nel 2015 hanno scarsa possibilità di ottenere l'ok. Ed è proprio per questa quota di migranti che si prevedono i rimpatri.

Visto però che le procedure richiederanno dei mesi, le operazioni dovrebbero entrare nel vivo a inizio 2017, con voli charter da duecento persone al giorno. Espulsioni che la Svezia vorrebbe fare con la Germania: Ygeman spiega di averne già discusso col collega tedesco Thomas de Maiziere.

Anche la Finlandia si organizza per fare altrettanto. Secondo il segretario permanente del ministero dell'Interno finlandese Paivi Nerg, le stime indicano che circa 20mila delle 32mila richieste di asilo introdotte nel 2015, pari al 62% circa, saranno con molta probabilità bocciate. Si pensa anche alla possibilità di mettere a punto centri di transito per quanti dovranno essere deportati. In ogni caso, sia Finlandia che Svezia cercheranno di incentivare i rimpatri su base volontaria.

Mentre l'Unione si blinda e il premier britannico David Cameron smentisce le voci degli ultimi giorni, avvertendo che il suo Paese non è disposto ad accogliere minori non accompagnati già entrati in Europa, aumenta il numero dei morti nei naufragi: nel mar Egeo sono 25 le vittime, di cui 18 bambini. Altri 6 cadaveri sono stati recuperati su un gommone diretto verso le coste italiane, che stava affondando al largo della Libia. La foto del piccolo Aylan Kurdi, privo di vita, sul bagnasciuga di Bodrum, sembra ormai sbiadita nella memoria dell'Europa.
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