Migranti, nuova sfida dell'Ungheria: "Sospenderemo norme sul diritto di asilo"
24/06/2015 - Sale il tono dello scontro tra l'Ungheria di Viktor Orbàn e il resto dell'Unione europea. Il governo nazionalconservatore di Budapest, dopo la decisione della settimana scorsa di blindare con una specie di muro di reticolato d'acciaio alto 4 metri i 175 chilometri della frontiera con la Serbia per arginare l'ondata di ingressi illegali, ha annunciato che sospenderà unilateralmente a tempo indeterminato l'applicazione dell'accordo chiamato 'Regolamento Dublino 3'. Si tratta di intese chiave a livello comunitario che regolano con comportamenti comuni dei 28 membri della Ue l'atteggiamento delle autorità nazionali d'ogni paese membro verso i rifugiati.

"La barca è colma, per ragioni tecniche sospenderemo il regolamento Dublino 3 a tempo indeterminato, finché le strutture non saranno state adeguate", ha detto il portavoce governativo e ascoltatissimo consigliere del premier, Zoltàn Kovàcs, parlando col quotidiano austriaco La Presse.

Ciò vuol dire anche che Budapest non accoglierà più i richiedenti asilo già registrati come tali in altri Stati membri dell'Unione. Immediate, e dure, le reazioni di Bruxelles: secondo la Commissione l'Ungheria è in dovere di fornire subito spiegazioni. "Esigiamo un chiarimento immediato", ha detto il massimo organo dell'unione, guidato dal presidente Jean-Claude Juncker.

"Il sistema di gestione del problema dei rifugiati è sovraccarico", ha continuato Kovàcs, aggiungendo: "La situazione ha portato il nostro paese ad assumersi un ruolo che è al di sopra delle proprie dimensioni e delle proprie forze". Il numero di ingressi illegali nel territorio magiaro negli ultimi tempi è aumentato in modo spaventoso negli ultimi anni: dai 2.000 nel 2012, ai 43.000 l'anno scorso, a ben 60.000 dal primo gennaio al 22 giugno del 2015.

La maggioranza dei migranti viene dall'Africa o dal Medio Oriente, e punta a raggiungere, attraverso l'Ungheria, il territorio austriaco per poi restarci o continuare il viaggio clandestino o meno verso la Germania o i paesi scandinavi. Anche la ministro dell'Interno del governo di grosse Koalition (socialdemocratici col cancelliere Feymann alleati dei cristianopopolari, cioè democristiani), Johanna Mikl-Leitner, ha protestato per la decisione di Budapest. "Chi vuole restare nell'Europa di Schengen (delle frontiere aperte senza controlli di documenti, ndr) deve rispettare tutte le regole di Schengen", ha detto, "e questo vuol dire mantenere in vigore il regolamento di Dublino in tutti i paesi che aderiscono a Schengen".

Il 17 scorso il governo ungherese aveva annunciato appunto la costruzione di una barriera di quatro metri - "il Muro di Orbàn", l'hanno subito ribattezzata i media europei e mondiali col ricordo amaro del passato, del 1989 quando proprio l'Ungheria lasciando fuggire i tedeschi dell'est dal suo territorio nel mondo libero aprì la prima breccia nel Muro tedesco-orientale - per blindare il confine serbo. Passano infatti dalla Serbia la maggioranza di quei 60mila
illegali, e Budapest accusa più o meno implicitamente Belgrado di non far nulla per controllare la marea umana. Nel frattempo secondo recenti sondaggi crescono nell'opinione pubblica magiara sentimenti xenofobi e ostili e paura diffusa verso gli extracomunitari.
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