Grecia, banche in crisi di liquidità: oggi board Bce. E Mosca considera la possibilità del salvataggio
19/06/2015 - L'ombra dei controlli di capitali come avvenne a Cipro nel 2013 aleggia su Atene. Tre miliardi di euro negli ultimi quattro giorni sono stati ritirati dai conti correnti greci, senza clamore ma con code ordinate davanti ai bancomat. Così sono crollati ai minimi da oltre 10 anni i depositi bancari in Grecia: a 127 miliardi di euro dai 240 miliardi di prima della crisi. E forse lunedì gli istituti di credito potrebbero non aprire nel giorno del vertice straordinario europeo (anche se Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze ha smentito l'ipotesi in una nota alla Reuters).

Intanto il consiglio direttivo della Bce terrà oggi una riunione d'emergenza per discutere di un possibile innalzamento dei fondi per le banche greche. La riunione, in teleconferenza, è programmata verso mezzogiorno. La Bce aveva già alzato mercoledì l'ammontare dei fondi Ela (Emergency liquidity assistance) da 83 a 84,1 miliardi.

Nel Paese ellenico è sempre più corsa agli sportelli per il timore di un default e di un possibile Grexit. Fa paura l'incertezza sulla possibilità o meno di un accordo con i creditori internazionali per la concessione dell'ultima tranche da 7,2 miliardi di euro del secondo piano di salvataggio ferma da agosto la cui proroga scade a fine giugno. Ma si teme anche per la futura permanenza del Paese nell'euro e per le ipotesi di misure alla cipriota che potrebbero prendere di mira proprio i conti bancari, bloccando come avvenne a marzo 2013 a Cipro i movimenti di capitale.

A Nicosia il governo decise in attesa di un accordo con la troika nel 2013 di porre limiti di prelievo fino a un massimo di 300 euro al giorno dai conti sia con le carte di credito sia con gli assegni e per chi si voleva recare all'estero non poteva portare con sé più di 5mila euro per ogni viaggio fuori dai confini. Gli assegni non poterono essere depositati sull'isola ma solo depositati su conti correnti. Alle imprese venne consentito l'uso di questo mezzo di pagamento con più ampiezza anche se dovevano giustificare tutte le operazioni superiori ai 200mila euro. I depositi a termine non poterono essere toccati prima della scadenza e le banche cipriote rimasero chiuse per due settimane.

Ma torniamo alla Grecia dove i piccoli risparmiatori temono sia i controlli di capitale sia l'introduzione della dracma con possibile svalutazione del 40% della nuova valuta. Ad aprile, secondo i dati della Banca di Grecia, l'ammontare totale dei depositi si era ridotto a 142,7 miliardi di euro, dai 149 miliardi di marzo e ora si parla di 127 miliardi. Si tratta del valore più basso dal dicembre del 2004. I depositi di imprese e famiglie si sono assottigliati a 133,6 miliardi, dai 138,5 miliardi di un mese prima. Dati che mostrano come la fuga di capitali non si sia arrestata. All'inizio della crisi le banche avevano 240 miliardi di depositi. A questo punto gli istituti di credito sono sotto pressione e contano solo sulla liquidità della Bce attraverso l'Ela, un canale di emergenza. L'introduzione dei capitali sarebbe un colpo al cuore per la stagione turistica. Il turismo è un settore che pesa quasi per il 18% del Pil ellenico che nel frattempo ha perso il 25% del suo valore prima della cura dell'austerity targata Fmi.

Intanto la Russia ha fatto sapere di essere pronta a considerare la possibilità di fornire assistenza finanziaria alla Grecia. Lo ha detto il vice premier russo Arkadi Dvorkovich alla Tv Russia Today. “Noi - ha dichiarato Dvorkovich - sosterremo qualunque decisione sarà proposta dalla Grecia e dai partner europei. Se la Grecia ha bisogno di assistenza finanziaria noi esamineremo la questione”.
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