Bce, le vicende greche frenano gli investimenti nell’Eurozona
18/06/2015 - Le vicende greche pesano sulle prospettive europee. Il bollettino di giugno della Bce è pieno di riferimenti alle incertezze generate dalle trattative tra Bruxelles ed Atene e alle loro ricadute, sul settore finanziario ma anche sull’economia reale. Sono indicazioni frammentarie, che non sono oggetto di una trattazione completa, ma danno il senso di quanto Atene - al di là delle dichiarazioni ufficiali, tutte legata a un gioco negoziale - incida sull’intera Eurolandia.

La crisi greca ha sicuramente avuto un impatto sui rendimenti. Non tanto sul rialzo complessivo dei redimenti (e sull’aumentata volatilità), che la Bce riconduce soprattutto a un aumento dei tassi reali, e quindi a un miglioramento delle condizioni economiche di Eurolandia, quanto sull’allargarsi degli spread nei paesi più deboli. «Questo ampliamento è legato soprattutto alle incertezze che circondano l’accesso ai finanziamenti della Grecia e alle maggiori emissioni nelle scadenze più lunghe in alcuni paesi. Lo spread a dieci anni si è allargato di circa 40 punti base in Spagna e in Italia, e di 60 punti base in Portogallo». Un rialzo dei tassi, legato alle stesse motivazioni, si è anche registrato su covered bond e Abs, anch’essi oggetti degli acquisti della Bce. Una marcata avversione al rischio, legata alla situazione di Atene, si è inoltre avvertita sui mercati azionari, ma sarebbe scomparsa dopo l’inizio degli acquisti di titoli (il quantitative easing).

Non c’è dunque motivo di preoccupazione, secondo il bollettino. Non troppo almeno: «Da una prospettiva di più lungo termine, c’è stata una convergenza rilevante e relativamente costante dei rendimenti in tutta Eurolandia (tranne la Grecia) dagli alti livelli osservati a luglio 2012», la data del «Whatever it takes», il «faremo tutto quanto è necessario» promesso a difesa dell’euro del presidente Mario Draghi. Più in generale, il rialzo dei rendimenti delle ultime settimane - inatteso, dal momento che la Bce è molto attiva negli acquisti di titoli di Stato - «riflette probabilmente una combinazione di fattori, incluse diverse sorprese positive riguardanti l’economia di Eurolandia, fattori tecnici di mercato (come le pressioni sull’offerta e una bassa liquidità di mercato) e un “processo di apprendimento” (learning process in inglese, ndr) laddove il mercato si sta adattando agli acquisti su ampia scala di bond pubblici da parte dell’Eurosistema», nel passaggio dalle mere aspettative alla situazione concreta.

Le vicende greche non pesano solo sul mercato finanziario, ma anche sull’economia reale. La Banca centrale europea ripete che le buone prospettive della ripresa - non brillante, ma almeno costante - sono legate all’andamento prevedibile degli investimenti. È un fatto però che nelle proiezioni di giugno sull’economia di Eurolandia del periodo 2015-17 proprio l’andamento delle spese per beni capitali è stato rivisto al ribasso: continueranno a crescere, ma a un ritmo meno rapido di quanto si pensasse a marzo. Il bollettino non dà direttamente spiegazioni di questa revisione, ma ricorda che «le prospettive relativamente deboli della crescita potenziale, la continua incertezza legata alla situazione della Grecia così come le tensioni geopolitiche al di fuori di Eurolandia possono continuare a pesare sulle spese per investimenti».
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