Rifugiati, così la redistribuzione
29/05/2015 - La Commissione europea ha presentato ieri l’attesa proposta legislativa per gestire a Ventotto, e non più su base nazionale, il drammatico arrivo di migliaia di migranti in Europa. L'iniziativa, impensabile solo qualche mese fa, è per molti versi un successo della diplomazia italiana che è riuscita a sensibilizzare i partner sulla gravità della situazione nel Mediterraneo centrale. Ciò detto, il prossimo negoziato tra i paesi membri si presenta difficile. Alcuni governi hanno già rumoreggiato.

Nel febbraio 2003 fu deciso a livello europeo che l’immigrato in cerca di asilo sarebbe stato accolto dal paese di primo sbarco. Ieri l’esecutivo comunitario ha lasciato intendere che questo meccanismo, definito Principio di Dublino, ha fatto il suo tempo. Bruxelles ha proposto ai Ventotto una redistribuzione dei profughi attraverso tutti i paesi membri dell’Unione europea (esclusi Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna, che godono di una clausola di esenzione).

La Commissione ha presentato un meccanismo su 24 mesi che comporterà la ricollocazione sull’intero territorio europeo di 40mila persone, 24mila arrivate in Italia e 16mila arrivate in Grecia dal 15 aprile in poi (o dall’entrata in vigore del provvedimento). La redistribuzione obbligatoria avverrà sulla base di una serie di criteri: il prodotto interno lordo, la popolazione, il tasso di disoccupazione, il ruolo in passato nell’accogliere i rifugiati (si veda Il Sole 24 Ore del 22 maggio).

Nelle ultime settimane, alcuni governi hanno protestato contro un meccanismo obbligatorio. Da Praga, il premier Bohuslav Sobotka ha detto ieri che il suo paese «respinge l’idea di quote vincolanti». Ago della bilancia nel voto a maggioranza qualificata nel Consiglio sarà la Francia. Sul fronte delicato dell’immigrazione, il governo socialista è stretto fra le pressioni - se non xenofobe, nazionaliste - del Front National e del Front de Gauche. Berlino e Roma invece sono a grandi linee favorevoli.

Obbligatorietà del meccanismo e criteri di redistribuzione saranno i nodi del negoziato tra i governi. «Vogliamo avere una solidarietà minima – ha spiegato il commissario all’immigrazione Dimitris Avramopoulos –. La solidarietà non si può dare a dosi. Il nostro piano è ben equilibrato». Rispondendo ai timori di alcuni paesi, l’uomo politico greco ha precisato che seppur obbligatorio il piano prevede che saranno i singoli stati a decidere in ultima analisi se accogliere il richiedente asilo.

I 40mila prescelti verranno selezionati sulla base della loro nazionalità, privilegiando le cittadinanze che nel 2014 hanno registrato un elevato tasso di accettazione dell’asilo (il 75%). La proposta, che dovrà essere approvata dai Ventotto previa consultazione del Parlamento, si basa sull’articolo 78 dei Trattati che prevede soluzioni di emergenza in caso di crisi. Il piano sarà riservato a persone che hanno bisogno di protezione internazionale, ma Bruxelles ha promesso un progetto di più lunga lena entro fine 2015.

Secondo la proposta presentata ieri, Italia e Grecia dovranno preparare un piano di accoglienza delle persone, con la nascita di campi in cui raccogliere le impronte digitali. Le autorità locali saranno coadiuvate da funzionari nazionali. «Irregolarità potrebbero comportare la sospensione del programma», ha avvertito la Commissione. Sempre su questo fronte, Bruxelles ha presentato ieri anche la proposta con la quale vuole avviare su base volontaria il reinsediamento nei Ventotto di 20mila rifugiati ancora fuori dal territorio europeo. Circa 2.000 sono destinati all’Italia.
In rilievo
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