Gran Bretagna, seggi aperti per le elezioni politiche più incerte della storia recente
07/05/2015 - LONDRA - dal nostro corrispondente
Le più equilibrate elezioni politiche della storia recente britannica sono cominciate all'alba di oggi con il pellegrinaggio in 50mila sezioni elettorali dei 50 milioni di elettori registrati. Fra i leader, il primo a porre la scheda nell'urne è stato Nigel Farage dell'eurofobo Ukip, che alle 7.30 ha votato nel seggio di Ramsgate. I sudditi di Elisabetta II avranno tempo fino alle 22 per scegliere i 650 deputati della Camera dei Comuni che dovranno garantire maggioranza parlamentare al prossimi esecutivo. È attesa un'affluenza non troppo diversa da quella del 2010 quando votò il 65% degli aventi diritto.

La previsione unanime è che né i Tory del premier uscente David Cameron né i laburisti dell'oppositore Ed Miliband raccoglieranno il consenso necessario per governare da soli e dovranno affidarsi a forze minori. Ma anche un governo di coalizione come quello uscente, forma già eccentrica nella patria del maggioritario secco, appare di difficilissima formazione. Gli ultimi sondaggi assegnano infatti ai conservatori una ventina di seggi (284 contro 263) di vantaggio sul Labour, ma il crollo degli alleati LibDem che rischiano di dimezzare la presenza a Westminster e l'impennata prevista dei nazionalisti scozzesi complica i giochi al punto da ritenere possibile un rapido ritorno alle urne.
Le operazioni di scrutinio cominceranno alle 22 e la Bbc pochi istanti dopo renderà noto l'exit poll, l'unico in grado di dare un'indicazione della volontà popolare, prima dello spoglio che all'alba di domani fornirà l'immagine precisa della prossima aula dei Comuni.

Tory o Labour ? Finirà probabilmente con Tory e Labour in una corsa all'ultimo seggio che se non garantirà la certezza di governare scandirà, però, la più imminente tempistica degli eventi prossimi venturi. Se il premier uscente avrà un solo seggio più dell'oppositore laburista cercherà di formare un governo di minoranza affidandosi a LibDem e unionisti nordirlandesi. Ed Miliband cercherà di spiazzarlo annunciando fin da subito di avere i voti necessari per governare grazie all'aiuto –informale - dei nazionalisti scozzesi. E tanto basterà per spingere David Cameron a denunciare il tradimento del leader laburista che in campagna elettorale aveva promesso di non fare accordi con gli indipendentisti di Edimburgo.

Lo scenario di sostanziale ingovernabilità è anomalo per un Regno abituato alla stabilità garantita dall'alternanza al potere di forze politiche con solide maggioranze. Ma quella era l'epoca del bipartitismo, oggi la Gran Bretagna deve fare i conti con almeno cinque sigle politiche di peso significativo e con un sistema elettorale che non garantisce più la stabilità di un tempo.
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