La Bce sblocca 60 miliardi per le banche
06/02/2015 - Le banche greche potranno accedere a 59,5 miliardi di euro di liquidità dalla Banca centrale greca, dopo che la Bce ha sospeso la possibilità per gli istituti ellenici di presentare in garanzia alle operazioni di rifinanziamento alla stessa Banca centrale europea titoli del debito pubblico del loro Paese. Il tetto è stato confermato da una fonte della Banca centrale greca dopo indiscrezioni della stampa tedesca e riguarda l’accesso allo sportello di emergenza Ela, i cui fondi sono più cari di quelli forniti dalla Bce e sono erogati direttamente dall’istituto nazionale. L’importo è molto simile a quello concesso alle banche greche dalla Bce nel mese di dicembre e dovrebbe quindi compensare la perdita di questo canale di finanziamento. Il tetto, varie volte superiore a quello precedente, viene rivisto ogni due settimane dal consiglio della Bce in base alle indicazioni provenienti dalla Banca centrale nazionale.

La sospensione dell’accesso ai normali finanziamenti della Bce è stata decisa dal consiglio dell’istituto di Francoforte mercoledì sera, dopo aver constatato che è molto improbabile che la Grecia, date le posizioni assunte dal nuovo Governo, trovi un accordo con i partner europei per un nuovo programma economico entro il 28 febbraio, alla scadenza di quello in corso. È proprio l’esistenza di un programma che consentiva alla Bce di accettare come collaterale il debito greco, nonostante questo non abbia un rating “investment grade” come normalmente richiesto. «Abbiamo seguito le nostre regole», ha detto ieri il membro del comitato esecutivo della Bce, Peter Praet, a una conferenza organizzata da Moody’s a Francoforte, in difesa della decisione del consiglio, che è stata oggetto di critiche da diversi ambienti politici in Europa. Il Governo greco ha minimizzato la portata dell’annuncio della Bce, sostenendo che le banche sono comunque ben capitalizzate e hanno accesso appunto ai fondi dell’Ela. Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, affermando che la decisione della Bce è «legittima e opportuna, dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno a un tavolo».

Con la sua scelta la Bce ha voluto, secondo diverse fonti del consiglio, districarsi dalla controversia politica sul caso Grecia e spingere il Governo di Atene a negoziare con i partner europei, cosa che dovrebbe avvenire già dalle prossime riunioni dell’Eurogruppo e dei leader. In questo modo, anzi, secondo le stesse fonti, ha evitato che ricadesse sulla Bce stessa la responsabilità di un’eventuale frattura con la Grecia che possa portare addirittura alla sua uscita dall’euro, nella consapevolezza che comunque il sistema bancario greco sarà in grado di finanziarsi attraverso l’Ela. Solo una rimozione di questa condannerebbe la Grecia quanto meno ad adottare controlli di capitale come ha fatto Cipro o, nella peggiore delle ipotesi, a lasciare l’Eurozona. Il segnale della Bce ai politici di entrambe le parti è che sono loro a dover prendere le decisioni.

La questione delle banche greche è stata oggetto di discussione anche ieri al consiglio di vigilanza della Bce, che ha la supervisione sui quattro maggiori istituti ellenici, almeno due dei quali hanno già fatto ricorso nelle ultime settimane ai fondi Ela. La vigilanza europea, secondo fonti monetarie, continuerà a monitorare da vicino la situazione di liquidità delle grandi banche greche, tenendosi in contatto con gli istituti stessi perché mantengano livelli prudenziali adeguati. Le banche greche sono state sottoposte nei mesi scorsi all’esame della Bce e hanno rafforzato la propria posizione finanziaria, si osserva a Francoforte. Prima e dopo le elezioni sono state tuttavia soggette a una fuoriuscita di depositi, che potrebbe determinare la richiesta di maggiore liquidità all’Ela.
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