30/01/2015 -
Dopo l'incontro di ieri con il tedesco Martin Schulz (con cui per stessa ammissione di Schulz in una intervista tv non c'è stata intesa praticamente su nulla), oggi arriva il primo appuntamento veramente importante per il premier greco Alexis Tsipras, 40 anni, leader del partito di sinistra radicale Syriza, che riceverà ad Atene il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, un falco che non ha nessuna intenzione di cedere alle richieste di Atene sulla riduzione del peso del debito in mano a soggetti pubblici per l'80% del totale per quanto riguarda prestiti e bond .
Il governo Tsipras, che punta a un taglio del suo debito legato a un piano di salvataggio di 240 miliardi di euro, è stato gelato ieri nelle sue aspettative dalle prese di posizione di alcuni esponenti politici europei e tedeschi, come Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea e il socialdemocratico Sigmar Gabriel, vicecancelliere tedesco. Ma si tratta di pre-tattica. Ieri, intanto, la Borsa di Atene ha chiuso in rialzo del 3,2% dopo un crollo del 9,24% del giorno precedente, sulla ipotesi di un accordo possibile tra Atene e i creditori.
Nell'attesa dell'incontro con Dijsselbloem, il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis ha detto di sperare che i colloqui «possano portare a un accordo fattibile ed esauriente per ricostruire la nostra economia sociale». Sarà lo stesso Varoufakis, al suo debutto, ad avviare la settimana prossima un tour per le capitali europee, fra queste Roma, Londra e Parigi, alla ricerca di sostegno per la nuova politica greca.
Varoufakis sa che fino ad agosto non ci sono scadenze significative e che i sette miliardi di euro dell'ultima tranche dei prestiti europei, ora congelata, non sono indispensabili. Il vero obiettivo è ridurre il peso del debito e dare spazio a manovre di sollievo sociale su pensioni, salari, investimenti pubblici. Varoufakis potrebbe chiedere di ridurre il surplus primario dal previsto 4,5% annuo all'1-1,5%, una riduzione che gli darebbe spazio di manovra sul fronte interno che chiede segnali immediati sulla riduzione delle politiche di austerità.