29/01/2015 -
La Germania è caduta in deflazione a gennaio. Una deflazione forte, inattesa, con i prezzi al consumo calati dell’1,3 per cento sul mese precedente mentre il tasso annuo, armonizzato a quello eruopeo, ha registrato -0,5 per cento. È il primo mese di calo dei prezzi dall’ottobre 2009, l’anno nero della recessione seguita all’esplodere su scala planetaria della crisi economica-finanziaria causata dai mutui subprime.
Il dato conferma la tendenza deflazionistica in atto nell’Eurozona e porta argomenti ai sostenitori del quantitative easing deciso il 22 gennaio dalla Banca centrale europea dopo una lungo braccio di ferro con i tedeschi contrari all’intervento. La deflazione, tuttavia, è dovuta soprattutto al calo dei prezzi dell’energia e di alcuni generi alimentari, componenti altamente volatili e influenzate dalla vistosa discesa delle quotazioni del greggio. L’indice core, infatti, ha registrato un aumento dell’1,1 per cento su base annua.
In prospettiva, del resto, l’economia tedesca è destinata a essere molto più forte del previsto e lo ha dimostrato un altro dato diffuso dall’istituto di statistica: il numero di disoccupati ha raggiunto il minimo storico nella Germania riunificata. Non accadeva dal 1990 che i senza lavoro scendessero, come a gennaio, a un tasso del 6,5 per cento portando il totale a 2,8 milioni.
La tendenza è in atto da tempo. Mese dopo mese la Germania ha visto diminuire il numero dei suoi disoccupati: a gennaio di altre 8mila unità mentre a dicembre si era registrato un calo assai più consistente (25mila in meno) . Era solo questione di giorni perché il record venisse ufficializzato (ieri Destatis ha rivisto il tasso di dicembre da un iniziale 6,5% al 6,6 per cento) ma al di là delle lievi variazioni percentuali, quel che conta, in questo momento, è la previsione di una solida crescita ulteriore del mercato del lavoro tedesco, per tutto il 2015, ribadita dal vicecancelliere e ministro dell’Economia Sigmar Gabriel.