Commissari europei sulla graticola: inizia l'esame dell'aula di Strasburgo - art. del 17/09/2014
18/09/2014 - STRASBURGO – È una procedura complessa quella a cui i 27 commissari-designati della nuova Commissione dovranno sottoporsi per ricevere la fiducia del Parlamento europeo. Le audizioni giungono mentre nei fatti il potere di iniziativa legislativa si sta trasferendo da Bruxelles a Strasburgo. Il voto favorevole è pressoché scontato, ma è possibile la bocciatura di alcuni commissari. Nel mirino, c'è Alenka Bratusek, l'ex premier sloveno che per la posizione a Bruxelles sembra si sia addirittura autocandidata.
Domande scritte e poi le audizioni
Questa settimana l'assemblea invierà ai commissari domande scritte a cui dovranno rispondere entro il 26 settembre. Le domande sono cinque, due generali, simili per tutti i candidati, e altre tre invece specifiche alle diverse commissioni parlamentari. Seguiranno le audizioni che si terranno dal 29 settembre al 7 ottobre. Poiché le competenze dei commissari non corrispondono alle commissioni parlamentari, i candidati verranno spesso sentiti da commissioni congiunte.
Cinque commissari chiave per l'economia
La potente Commissione affari economici - la stessa che regolarmente ascolta le presentazioni del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi sulla situazione della congiuntura nella zona euro - ascolterà cinque commissari: i vice presidenti Jyrki Katainen e Valdis Dombrovskis, il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici, il commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager e il commissario ai Servizi finanziari Jonathan Hill.
Alcuni deputati in questa commissione porranno il problema della ripartizione delle competenze nel nuovo esecutivo. Un vice presidente è responsabile di una priorità politica e deve coordinare il lavoro dei diversi commissari. Molti parlamentari si interrogano sulla distribuzione dei compiti e si chiedono chi debba spiegare alla stampa le scelte o le decisioni. Altri deputati vorranno interpellare le cinque personalità su come intendono rafforzare la crescita economica.
Nota Sylvie Goulard, liberale francese: «Il neopresidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha fatto una scommessa, affidando a un francese gli affari economici e a un inglese i servizi finanziari. Il tentativo è probabilmente di obbligarli a cambiare il loro paese. La scelta rischia però di essere disastrosa per la credibilità collettiva». Il timore è che i due uomini politici non siano sufficientemente indipendenti dai loro governi e sacrifichino l'interesse comunitario all'obiettivo nazionale.
Mentre Parigi cerca di allentare le regole di bilancio, Londra è contraria a una eccessiva regolamentazione finanziaria. «Sacrificare il risanamento dei conti pubblici o l'unione bancaria non è né nell'interesse della Francia o della Gran Bretagna, né dell'Unione europea», spiega ancora la signora Goulard. La Commissione Juncker è un delicato gioco ad incastri nel quale molti paesi hanno ottenuto il portafoglio che volevano, ma spesso sotto il controllo dall'alto di un vice presidente.
Europarlamento sempre più influente
La procedura delle audizioni parlamentari in occasione dell'insediamento di un nuovo esecutivo giunge mentre l'assemblea di Strasburgo assume un ruolo sempre più rilevante nel processo decisionale europeo. È in corso per molti versi un trasferimento del potere d'iniziativa legislativa dalla Commissione al Parlamento. Ecco perché molti parlamentari si aspettano che i candidati-commissari si presentino alle audizioni con concrete proposte legislative.
Terminate le audizioni, entro il 9 ottobre ogni commissione invierà alla conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari la propria lettera di valutazione sui singoli commissari. Nel caso il candidato non abbia convinto, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz potrà chiedere al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker di sostituirlo o di cambiargli o cambiarle il portafoglio. Alcuni candidati non convincono, come la signora Bratusek, il cui iter di nomina insospettisce.
Il precedente di Rocco Buttiglione
In passato, il Parlamento europeo bocciò alcuni candidati, in particolare nel 2004 quando Rocco Buttiglione non passò l'esame perché prese una posizione discutibile contro gli omosessuali. Il voto di fiducia sull'intera compagine comunitaria è previsto in plenaria il 22 ottobre qui a Strasburgo. La votazione sarà palese e a maggioranza semplice, a differenza del voto di fiducia a Juncker che in luglio fu sostenuto da una maggioranza qualificata in un voto segreto.
La nuova Commissione gode dell'appoggio di una grande coalizione di socialisti e popolari. D'altro canto, Juncker è stato nominato presidente dal Consiglio europeo su volontà del Parlamento che ha voluto personalizzare la campagna elettorale per il rinnovo dell'assemblea. Avendo l'ex premier lussemburghese vinto le elezioni, è stato scelto dai Ventotto alla guida della Commissione. Ciò detto, nelle file dei parlamentari c'è chi vuole comunque far sentire la voce dell'assemblea e dare battaglia.
Spiega un responsabile comunitario: «Mi aspetto critiche da parte dei deputati più radicali, ma non credo che socialisti e popolari vogliano fare del tiro al piattello contro Juncker, nominato alla Commissione per volere del Parlamento. Molti deputati sono consapevoli del fatto che una crisi istituzionale a questo punto non verrebbe capita». Corre voce, però, che i socialisti spagnoli voteranno contro Miguel Arias Cañete, un discusso commissario all'Energia e al Clima, accusato di parole sessiste.
- Il Sole 24 Ore -
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