Scozia indipendente? Le 8 risposte per capire cosa cambierà se vincono i sì - Art. del 9/9/2014
10/09/2014 - Scozia indipendente? Le 8 risposte per capire cosa cambierà se vincono i sì
Lo Scottish National Party (Snp) al Governo si è schierato a favore di un'unione monetaria e intende quindi continuare a utilizzare la sterlina. Tutti e tre i principali partiti britannici hanno rifiutato questa opzione, ma Salmond è convinto che dopo il referendum in fase di negoziati Londra sarà costretta ad accettarla perché è nell'interesse di entrambe le parti. Ci sono tre altre opzioni: la "sterlinizzazione", cioè l'uso della sterlina senza un'unione monetaria: Edimburgo utilizzerebbe la sterlina come Panama usa il dollaro Usa.

L'adesione all'euro, che però è fattibile solo se e quando la Scozia diventerà membro dell'Unione europea. E infine la creazione di una Banca centrale scozzese e di una nuova valuta scozzese, che potrebbe essere agganciata alla sterlina o ‘fluttuare' liberamente. Non c'è accordo tra economisti su quale sarebbe l'opzione migliore per la Scozia.

La Scozia indipendente vorrebbe diventare parte dell'Unione Europea e avvierà negoziati con Bruxelles. L'obiettivo di Salmond è ottenere il diritto di restare membro anche dopo l'indipendenza, ma non ci sono precedenti del genere nella storia della Ue. Bruxelles finora è stata molto cauta, soprattutto a causa dell'opposizione di Spagna e Belgio che temono un effetto separatista a catena. La Spagna, ad esempio, ha bloccato l'ingresso del Kosovo perché non vuole incoraggiare il movimento indipendentista basco o la scissione della Catalogna. Quindi Edimburgo con ogni probabilità dovrebbe fare domanda di adesione e attendere il suo turno. Gli esperti ritengono che la Scozia, dati i legami storici con l'Europa, diventerebbe parte della Ue, ma potrebbe dover fare anticamera per molti anni.

Se gli scozzesi voteranno a favore dell'indipendenza inizieranno subito i negoziati tra Edimburgo e Londra e si aprirà una delicata fase di transizione. Il premier scozzese Alex Salmond, con il consueto ottimismo, ritiene che le trattative possano essere concluse in meno di due anni e ha già fissato la data per il vero "Independence Day". Sarà il 24 marzo 2016, esattamente 413 anni dopo l'unione di Scozia e Inghilterra sotto la stessa corona (alla morte senza eredi di Elisabetta I, suo cugino Giacomo VI di Scozia era diventato Re sia d'Inghilterra che di Scozia e poi nel 1707 l'Act of Union aveva formalmente sancito la creazione del Regno di Gran Bretagna). Altri esperti sostengono che ci vorrà più tempo per sciogliere i tanti nodi istituzionali, burocratici e legali. Quindi se si vuole mantenere come data della separazione legale il 24 marzo 2016 sarà con l'accordo di continuare i negoziati sui punti irrisolti dopo l'indipendenza.

Le risorse petrolifere del Mare del Nord appartengono in grandissima parte alla Scozia perché sono nelle sue acque territoriali e quindi passerebbero sotto il controllo di Edimburgo. Una delle maggiori critiche di Salmond a Londra è che i proventi del "tesoro" scozzese sono stati sperperati in Inghilterra invece di essere reinvestiti in Scozia. Al contrario della Norvegia, la Gran Bretagna ha speso i soldi incassati dal petrolio invece di creare un fondo sovrano come la Norvegia. La Scozia indipendente creerebbe un fondo sovrano e sostiene di avere 1.500 miliardi di sterline di gas e petrolio ancora da estrarre, con entrate fiscali di 57 miliardi di sterline che garantirebbero la solidità economica del nuovo Stato. Alcuni esperti sostengono invece che le riserve sono state sopravvalutate e che estrarre il petrolio sarà sempre più complesso e costoso, e avvertono che le entrate sono destinate a calare.

L'Snp ha minacciato Londra che se non ci sarà un'unione monetaria Edimburgo rifiuterà di farsi carico della sua quota del debito britannico, che è pari a 1.200 miliardi di sterline. Per rassicurare i mercati il Tesoro britannico si è impegnato a garantire l'intero debito britannico nella fase di transizione all'indipendenza. I negoziati tra le due parti dovranno determinare come e quando la divisione del debito avrà luogo. La Scozia ha l'8,4% della popolazione britannica e quindi dovrà pagare l'8,4% del debito pubblico, pari a 111 miliardi di sterline, e relative interessi. Secondo diversi economisti la spesa pubblica in Scozia è superiore agli introiti fiscali, quindi la Scozia indipendente dovrà tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse.

Sulla carta la Scozia è una delle regioni più ricche della Gran Bretagna con un reddito pro capite inferiore solo a quello di Londra e dintorni, e oltre al petrolio ha un forte settore finanziario e una presenza di rilievo nei settori della biochimica e dell'aerospaziale. Secondo il Governo scozzese l'indipendenza porterà ancora più ricchezza perché Edimburgo potrà finalmente gestire le entrate del petrolio del mare del Nord dedicandole a rafforzare la sanità pubblica, il sistema scolastico e lo Stato sociale. Londra la vede diversamente e avverte che la Scozia indipendente dovrebbe tagliare la spesa pubblica e alzare le tasse. La demografia inoltre penalizza la Scozia, con una percentuale maggiore di persone anziane e quindi maggiori costi per la sanità in futuro.

La divisione dei soldati dei reggimenti scozzesi e delle armi sul territorio dovrà essere negoziata tra Edimburgo e Londra. La Scozia indipendente abbandonerà il nucleare e promette di espellere dal suo territorio i sottomarini nucleari Trident e tutte le armi atomiche britanniche entro il 2020, appena Londra avrà trovato una sede alternativa. La base nucleare di Faslane diventerebbe la sede della nuova Difesa scozzese, che avrebbe un budget di 2,5 miliardi di sterline all'anno, un esercito, una Marina con almeno due frigate e un'Aeronautica con dodici caccia Typhoone sei aerei da trasporto. La Scozia farebbe domanda per entrare a far parte della Nato, ma dovrebbe impegnarsi a spendere il 2% del Pil per la Difesa. Verrebbe creata una nuova agenzia di servizi scozzese, che però opererebbe in stretta collaborazione con i servizi britannici MI5 e MI6.

Sembra certo che Elisabetta II continuerà a essere Regina: il Governo di Edimburgo è favorevole a mantenere la monarchia, cosí come hanno fatto Canada, Australia, Nuova Zelanda e gli altri Paesi del Commonwealth (l'associazione che riunisce le ex colonie dell'impero britannico). Il ruolo della Regina sarebbe tutelato dalla nuova Costituzione e l'opinione pubblica è largamente a favore. Alcuni deputati dell'Snp però ritengono ci dovrebbe essere un altro referendum in futuro per dare agli scozzesi la scelta tra monarchia e repubblica. In ogni caso la Regina potrà continuare a passare le vacanze estive nel suo amatissimo castello di Balmoral in Scozia, come fa da decenni.

di Nicol Degli Innocenti - Il Sole 24 Ore - 09/09/2014 - leggi su http://24o.it/cyTRLH
Per ulteriori informazioni: | Padiglione Melandri - Piazzale Solieri, 1 - 47121 Forlì | Tel.: +39 0543 374807 | Fax: +39 0543 374801 | E-mail: |
Per contattare lo Europe Direct più vicino a voi potete consultare il sito della Commissione europea del servizio Europe Direct o telefonare al numero verde 00800 6 7 8 9 10 11 del servizio Europe Direct di Bruxelles

- PuntoEuropa.eu | Versione | Sviluppato da Paolo Burgio | Area Riservata -