Tusk: «Varsavia contro i principi Ue»
21/07/2017 - La Polonia non ascolta i richiami dell’Unione europea e sta per portare a termine una riforma del sistema giudiziario che garantisce alla maggioranza di governo il controllo della magistratura. Dopo giorni di massicce proteste nelle piazze e dell’opposizione in Parlamento, ieri, la Camera bassa ha approvato l’ultimo provvedimento - forse il più controverso dei quattro predisposti in materia di giustizia dalla destra populista - che assegna al governo la facoltà di mandare in pensione tutti i giudici della Corte di cassazione per nominarne i successori.
A niente sono dunque serviti gli avvertimenti della Commissione europea, pronta ad aprire una procedura di infrazione e a prendere misure senza precedenti contro Varsavia per la violazione dello Stato di diritto. Mercoledì a Bruxelles, il vicepresidente dalla Commissione, Frans Timmermans, era infatti arrivato a minacciare una clamorosa sospensione del diritto di voto della Polonia nell’Unione.
«Queste leggi mettono sotto tutela politica l’intero sistema giudiziario», aveva detto Timmermans chiedendo al governo nazionalista polacco «di sospendere le riforme», pur sapendo di avere poche armi per fermare la deriva autoritaria della Polonia di Jaroslaw Kaczynski, leader del partito Diritto e Giustizia tornato al governo a fine 2015. Per arrivare a sanzionare Varsavia, la Commissione europea ha infatti bisogno del parere unanime degli Stati membri. E ieri l’Ungheria - il grande alleato della Polonia contro Bruxelles su molte questioni, dal no ai migranti alla stessa visione della società democratica - si è schierata al fianco del governo polacco invitando Bruxelles a «non interferire su questioni che riguardano la sovranità nazionale».
La definitiva approvazione della riforma è questione di ore, anche il Senato, che dovrà votare il provvedimento, è infatti nelle mani di Diritto e Giustizia. Ed è un fedelissimo di Kaczynski anche il presidente della Repubblica, Andrzej Duda, che dovrà firmare la legge. A Duda si è rivolto ieri Donald Tusk, leader dei liberisti polacchi e presidente del Consiglio Ue: «La riforma giudiziaria voluta dal governo di Varsavia - ha detto Tusk, chiedendo un incontro urgente a Duda - va contro i valori dell’Unione e mette la Polonia ai margini dell’Europa.
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