La delusione di Angela Merkel. Dopo Trump e la Brexit, dopo il G7, ammette la solitudine dell'Europa: "Degli altri non ci possiamo fidare"
29/05/2017 - Un'Europa sola, abbandonata a se stessa. Inadeguata dinanzi al mondo che cambia, impreparata a saper fare da sola. C'è grande delusione nelle parole che Angela Merkel pronuncia in un appuntamento elettorale in Baviera: "Ho capito in questi giorni che non possiamo più fidarci degli altri, noi europei dobbiamo davvero prendere il nostro destino nelle nostre mani". È la presa d'atto di quanto insignificante sia ogni singolo Stato europeo e di quanto piccola sia l'Europa se è divisa o inefficace, dell'isolamento e la debolezza del Vecchio Continente stretto tra i muscoli di Donald Trump negli Usa e di Vladimir Putin in Russia, fiaccato dai processi di sviluppo delle economie, dai trend demografici e dagli esodi migratori, piombato da una costruzione farraginosa e disunita che non sa decollare.
È il giorno dopo il G7, è il giorno dopo il confronto con gli alleati, è il giorno dopo lo scontro con Donald Trump - prima sul commercio, poi sul clima. Lo "spirito di Taormina" si rivela divisivo, i 7 Grandi non marciano uniti, ma vanno avanti a fatica e a maggioranze variabili, prevalgono gli egoismi nazionali. Forse si abusa dell'espressione "ciclone Trump", ma l'impatto del primo passaggio del nuovo presidente americano in un summit internazionale è quello, lascia macerie.

“I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni"


Angela Merkel prende il largo nei sondaggi in patria - l'ultimo vede la Cdu al 38% con la Spd al 25% - e pensa già al nuovo mandato da cancelliera tedesca, dopo le elezioni del 24 settembre. Al suo fianco trova un nuovo compagno di viaggio, il francese Emmanuel Macron appena eletto, che è in attesa di capire dalle elezioni legislative quanto sarà forte la sua presidenza. Vede l'Italia al solito zoppicante, che non garantisce una stabilità politica, andrà al voto probabilmente in autunno, ma è altrettanto probabile che debba nuovamente ricorrere alle larghe intese per formare un Governo. Non vede più la Gran Bretagna, che con Theresa May ha intrapreso il percorso della Hard Brexit che la porta lontano dall'Unione Europea. Vede Bruxelles con una leadership da ricostruire, alla fine del mandato di Jean Claude Juncker alla guida della Commissione Ue. Vede Francoforte ancora saldamente nelle mani di Mario Draghi, ma punta a sostituirlo con il suo Jens Weidmann per dare una svolta alla politica monetaria, finora troppo accomodante e ritenuta contraria agli interessi tedeschi.


“Noi europei dobbiamo veramente prendere in mano il nostro destino"


Di qui l'idea di rivedere il modello Europa, ricostruire l'Unione Europea, chissà gli Stati Uniti d'Europa. Il cancelliere tedesco , scrive il quotidiano Faz, sta mettendo a punto un piano che passerà attraverso una nuova strategia per gli investimenti, per la difesa e per l'immigrazione. Un "piano segreto" con "più sfaccettature". Primo pilastro sarebbe la gestione della crisi dei migranti e dunque la stabilizzazione della Libia. Secondo pilastro sarebbe la difesa: su questo "Merkel vuole spendere più soldi" e a Bruxelles "si potrebbe costruire un comando centrale per un impegno militare comune". Dopo la Brexit, Londra,
che ha sempre frenato, non è più un ostacolo al progetto della difesa comune. Mentre le nuove minacce rappresentate da Mosca e Donald Trump comportano "una apertura dai Paesi dell'est".
Terzo pilastro sarebbe la politica economica: fra le idee concrete sul tavolo un bilancio comune dell'eurozona e un ministro delle finanze. Opzioni che trovano favorevoli Emmanuel Macron e Wolfgang Schaeuble. Fra le varianti prese in considerazione, si legge ancora, "un governo economico dell'eurozona potrebbe anche introdurre titoli propri. Alla fine ne risponderebbero i Paesi membri, non solo la Germania". Questa opzione sarebbe comunque cosa "differente dai classici Eurobond", stando all'entourage di Merkel, che avrebbe "simpatia" per questi scenari. Se alla guida della Bce andasse il tedesco Jens Weidmann, come Merkel vorrebbe, Berlino potrebbe aprire ad altre "concessioni". E comunque la candidatura del falco della Bundesbank Weidmann "potrebbe ammorbidire chi non trova positivo questo entusiasmo per l'Europa" in Germania.
Un piano di difficile esecuzione, in Europa convivono troppe anime, troppi interessi contrapposti, e i populismi e gli antieuropeismi si fanno strada con alterne fortune. Un piano che segnerebbe tuttavia un cambio di mentalità di Angela Merkel per quanto riguarda alcune questioni chiave, dalla gestione di migranti, con quell'approccio più europeo che dopo l'Italia ora anche la Francia sostiene, al nodo degli investimenti per far ripartire la crescita economica e soprattutto l'occupazione. Angela pensa alla costruzione di una roccaforte europea in cui rintanarsi per resistere e competere in un mondo pericolosamente inaffidabile
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