Il debutto di Macron: liberare il lavoro e sostenere le imprese
15/05/2017 - PARIGI - Questa mattina all'Eliseo abbiamo assistito all'ufficializzazione di quella che è già diventata una pagina di storia. E non sembri eccessivo a chi legge.
Con il passaggio delle consegne tra François Hollande ed Emmanuel Macron, un'epoca è finita e un'altra comincia. Con l'uscita di scena del socialista Hollande termina l'era del bipolarismo, del bipartitismo, dell'alternanza al potere tra destra e sinistra inaugurata alla fine degli anni 50. E inizia quella del “nuovo centro” di Macron, il più giovane presidente francese di sempre. Che in un anno è riuscito a realizzare quello che tutti ritenevano impossibile: la conquista appunto dell'Eliseo. Un rinnovamento radicale. Che per essere totale dovrà essere completato da una vittoria alle legislative di metà giugno. In modo da dare al presidente la maggioranza parlamentare – e quindi il Governo – di cui ha bisogno per applicare il suo programma di riforme e di cambiamento del Paese.Fondamentale - anche da questo punto di vista, perché a lui spetterà il compito di guidare la campagna elettorale, cercando voti soprattutto a destra - sarà la scelta del premier, che Macron dovrebbe annunciare domani mattina. In pole position c'è sempre il sindaco di Le Havre, Edouard Philippe. Enarca, 46 anni, ha esordito in politica con i socialisti, nel gruppo che faceva capo a Michel Rocard. Si è poi spostato a destra ed è sempre stato vicino al moderato Alain Juppé. Molto popolare nella sua città – nel 2014 è stato rieletto al primo turno, con il 52% dei voti – ha abbandonato la campagna di François Fillon dopo il Penelopegate.Nel suo discorso di investitura – dopo la proclamazione ufficiale da parte del presidente del Consiglio costituzionale, Laurent Fabius – Macron ha insistito in particolare sulla necessità di riconciliare la Francia e sul rilancio dell'Europa. «Il 7 maggio – ha detto – i francesi hanno scelto lo spirito di conquista, la speranza, l'audacia. Siamo alla vigilia di uno straordinario risveglio e l'innovazione, in tutti i campi, sarà al centro della mia azione. La Francia sarà forte solo se sarà prospera. E non cederò su alcuno degli impegni che ho preso. Il lavoro sarà liberato, le imprese saranno sostenute. Così come mi dedicherò con tutte le mie forze alla riconciliazione del Paese, al superamento delle divisioni, delle spaccature. Per ridare fiducia a un Paese che da ormai decenni è in preda ai dubbi. Si tratta, lo so bene, di un lavoro lungo. Ma indispensabile. Per riuscire, ho bisogno dell'aiuto di tutti. Siamo in un momento chiave. Insieme, possiamo costruire una delle pagine più belle della nostra storia». Quanto all'Europa, «di cui abbiamo bisogno, dovrà essere rafforzata e rilanciata, dovrà essere più democratica e più efficace».«Insieme – ha concluso – possiamo, dobbiamo costruire, in Francia e in Europa, il mondo che meritano i nostri giovani. Io, da questa sera, sarò al lavoro».
E già domani sera ci sarà il primo impegno internazionale. Con la visita, a Berlino, alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Per iniziare appunto a porre le basi della “nuova Europa”.
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