Italia in pressing per ricucire lo strappo sul commercio al G-7
03/04/2017 - L'Italia come presidente di turno del G-7, insieme all’Unione europea, guiderà nei prossimi mesi la difesa dei principi del libero mercato contro gli ordini esecutivi dell’amministrazione Trump che introducono super dazi commerciali nei confronti di vari Paesi europei tra cui Germania, Francia e Italia, oltre a Cina, Giappone e Corea del Sud. Nessuna “guerra di religione” e neppure misure ritorsive che potrebbero, semmai, essere decise solo a livello multilaterale dalla Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio). Per ora solo azioni politico-diplomatiche per spiegare che da una “guerra commerciale” avrebbero tutti da perdere. Concetti che il premier italiano, Paolo Gentiloni, ha già espresso due giorni fa in Confindustria al B-7 Business e ha ripetuto anche ieri a Cernobbio al Forum di Confcommercio. «Noi – ha precisato il presidente del Consiglio - non alimentiamo i confitti e lavoreremo per la coesione su queste grandi economie. Bisogna puntare sugli scambi e sulla qualità senza frontiere dei nostri prodotti. D’altronde il nostro export può fare miracoli». Eppure, giorno dopo giorno, di fronte all’escalation di Trump sui dazi, il premier italiano sta mettendo a punto una risposta molto articolata da sottoporre al presidente Usa nell’incontro che avrà con lui prima alla Casa Bianca il 20 aprile e poi a Taormina per il G-7 il 26 maggio. L’incontro del 20 aprile sarà l’occasione per fare il punto sugli aspetti strettamente bilaterali anche dal punto di vista commerciale (come la vicenda della Vespa Piaggio che potrebbe essere interessata ai super dazi). Poiché Gentiloni si presenta a Trump anche da presidente del G-7, non è escluso un giro d’orizzonte sulle principali questioni globali come sicurezza alimentare, sviluppo, cambiamenti climatici ma anche innovazione e libertà di commercio. «Cercheremo di capire cosa si può fare insieme con gli Stati Uniti sulle grandi sfide globali», spiega lo sherpa italiano del G-7, l’ambasciatore Raffaele Trombetta. Prima del 20 aprile si saranno già tenute tre riunioni ministeriali del G-7: oltre a quella della cultura di Firenze, l’8 e 9 aprile si riuniranno a Roma i sette ministri dell’energia e il 10 e 11 a Lucca i sette ministri degli Esteri. Occasioni per valutare il clima dei rapporti con i rappresentanti americani pur senza entrare nel merito del dossier commercio. Neppure i ministri finanziari dei sette che si riuniranno a Bari l’11 e 13 maggio affronteranno le questioni dei dazi, concentrati come saranno a discutere di “dialogo politico sulle diseguaglianze” e finanziamenti al terrorismo islamista. In assenza di una ministeriale G-7 ad hoc sul commercio, tutti i temi legati ai super dazi Usa verranno riversati sul tavolo dei capi di Stati e di Governo che si riuniranno a Taormina. Le occasioni di confronto non mancheranno durante le cinque o sei sessioni (compresi pranzi e cene lavoro), anche se manca ancora un’agenda precisa dei due giorni di vertice. «I tre pilastri della presidenza italiana – osserva sempre lo sherpa italiano, Raffaele Trombetta – riguardano innanzi tutto la tutela dei cittadini ossia la mobilità umana (immigrazione), la partnership di Deauville con i Paesi arabi in transizione e la lotta al terrorismo; il secondo capitolo è quello della sostenibilità (cambiamenti climatici, salute, pari opportunità) e qui potrebbe esserci spazio anche per il commercio; infine – aggiunge sempre lo sherpa italiano - il terzo capitolo riguarda l’innovazione e i nuovi skill richiesti dal mondo del lavoro 4.0, la cosiddetta Next Production Revolution sul quale si terranno a Torino da fine settembre tre ministeriali: industria, ricerca e lavoro che lavoreranno sulla base delle linee guida stabilite a Taormina». Più in generale, Gentiloni cercherà di spiegare che sono ingiustificate le paure che vedono nell’innovazione tecnologica il nemico da combattere. Occorre semmai acquisire le conoscenze adeguate e portarle nel mondo del lavoro per rendere il commercio e la nuova industria più inclusivi. Sui temi del commercio al tavolo del G-7 (dove non si vota mai a maggioranza) Gentiloni potrà contare, comunque, sul pieno sostegno del cancelliere tedesco Merkel del presidente francese Hollande, del premier giapponese Abe, dei rappresentanti Ue Juncker e Tusk ma anche della premier inglese May, la più interessata, dopo Brexit, a difendere i principi del libero mercato anche nei confronti di un alleato importante come gli Stati Uniti.
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