Banche greche al lavoro per tagliare le sofferenze da 106 a 66 miliardi di euro
16/03/2017 - Come direbbe Eraclito...Panta rei os potamòs, tutto scorre come un fiume. Anche se in Grecia tutto sembra tornare alla sorgente e ricominciare da capo ad ogni piano di salvataggio del paese mediterraneo. Comunque questa volta il dado è tratto. Le banche greche sono state invitate ad affrontare il loro elevato carico di sofferenze in tre anni per tornare a finanziare l'economia del disastrato Paese. Come? Le sofferenze che possono essere liquidate dovranno essere le prime ad essere messe in rampa di lancio per essere vendute al mercato a prezzo scontato e alleggerire il peso nei bilanci bancari riducendo i relativi accantonamenti.
Le banche del paese mediterraneo, entrate nella crisi iniziata nel 2008 con crediti in sofferenza (Npl, non performing loans), pari ai 14,5 miliardi di euro, cioè appena al 5,5% dei loro prestiti, hanno visto salire le sofferenze a ben 106,9 miliardi di euro, pari al 50,5% dei loro prestiti, l'anno scorso. Una vera e propria débacle creditizia. La Banca di Grecia, in collaborazione con la Banca centrale europea, sta monitorando attentamente l'attuazione dei piani d'azione per ridurre gli Npl delle banche elleniche e il progresso rispetto agli obiettivi di riduzione concordati. La partita è molto importante per le chance di ripresa dell’economia ellenica che nel frattempo ha perso circa un quarto del suo totale.
«Affrontare lo scoglio degli Npl è molto importante. Le banche sono sovraccariche e non sono in grado di finanziare la ripresa economica», ha detto una fonte creditizia a Reuters ad Atene, parlando in condizione di anonimato.
Per ritornare verso una situazione di normalità quindi, le banche greche hanno concordato con le autorità di regolamentazione su una tabella di marcia per ridurre in tre anni le sofferenze.
Il loro scopo è quello di tagliare gli Npl a 66,7 miliardi di euro entro il 2019 da 106,9 miliardi di euro raggiunti nel mese di settembre, il che significa che il rapporto tra crediti e Npl scenderà al 34% dal 51 per cento. Un obiettivo ambizioso ma non impossibile, se le trattative con i creditori della troika dovessero trovare la via dell’intesa in tempi ragionevoli.
La fonte ha aggiunto che non c'era alcun motivo di cambiare gli obiettivi per gli Npl, che includono i prestiti in arretrato da oltre 90 giorni e i crediti ristrutturati.
«Sono obiettivi a medio termine. L'inizio dell'anno è stato un po' deludente», ha ammesso la fonte.
L'emanazione rapida della legislazione sulle controversie extra giudiziarie dei prestiti in sofferenza sarà un passo positivo nella giusta direzione. Basterà? «A volte i legislatori sono lenti nel fare le riforme e i ritardi sulle votazione delle leggi di riforma non aiutano la ripresa economica», ha detto la fonte.
La fonte ha auspicato una rapida conclusione della revisione del salvataggio della Grecia, che sarebbe visto come un segnale positivo per i mercati e facilitare anche un ritorno del paese sul mercati dei capitali.
Il governatore della Banca di Grecia, Yannis Stournaras, ha detto nel corso della riunione annuale della banca centrale tenutasi a febbraio che, sebbene i volumi delle sofferenze siano calate l'anno scorso, a gennaio c’è stata una impennata di nuove sofferenze, causate dalla incertezza sulle difficoltà della revisione del terzo piano di salvataggio del paese.
Gli istituti di credito stanno cercando di ridurre gli Npl principalmente attraverso una cessione a prezzo scontato a società specializzate. «I debitori strategici (quelli con un patrimonio da vendere) dovrebbero essere i primi ad essere messi in calendario», ha detto la fonte. «Il recupero dei collaterali dati in garanzie saranno il principale segnale che le banche greche stanno riprendendo l’iniziativa».
La vera incognita di tutta l’operazione è: a quanto riusciranno a vendere le sofferenze le banche greche? Questo considerando il valore a cui sono in carico attualmente in portafoglio, in un momento in cui i prezzi sono fatti sostanzialmente dagli acquirenti.
«E se il prezzo di vendita fosse alla fine basso (più basso di quanto accantonato come copertura) - dice un analista esperto del settore - vuol dire che servirebbero ulteriori write-off (Loans provisions che vanno a Bilancio e provocano perdite) ed eventualmente nuove ricapitalizzazioni».
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