Eurozona, energia e alimentari spingono l'inflazione al 2%
02/03/2017 - FRANCOFORTE - L'inflazione dell'eurozona ha toccato nel mese di febbraio il 2%, per la prima volta dal gennaio 2013. Il dato provocherà una nuova discussione nel consiglio della Banca centrale europea, che si riunisce la prossima settimana, sull'opportunità di ridurre lo stimolo monetario. L'obiettivo della Bce è di stare «sotto, ma vicino al 2%».
Nell'area euro, ancora nel novembre scorso l'inflazione era allo 0,6% ed è poi salita all'1,1% a dicembre e all'1,8% a gennaio. L'aumento dell'inflazione è da attribuirsi tuttavia quasi interamente al rialzo dei prezzi dell'energia e degli alimentari. L'inflazione di base, depurata dall'effetto di questi fattori più volatili, è rimasta a febbraio allo 0,9%, come a gennaio, ed è stagnante da diversi mesi. Anche per questo, il consiglio della Bce, presieduto da Mario Draghi, opterà con ogni probabilità giovedì prossimo per mantenere invariata la politica monetaria. Già a partire dal mese di aprile, la Bce ridurrà gli acquisti mensili di titoli da 80 a 60 miliardi di euro, con una decisione presa alla fine dello scorso anno, ed è impegnata a continuare il cosiddetto Qe fino alla fine del 2017.
L'istituto di Francoforte ha inoltre affermato di voler «guardare al di là» dei dati mensili per individuare una tendenza più stabile di risalita verso l'obiettivo. Anche se nei prossimi mesi l'inflazione dovrebbe mantenersi alta, sia la Bce, che la prossima settimana presenterà le sue nuove previsioni macroeconomiche, sia la Bundesbank, ritengono che tornerà a scendere verso la fine dell'anno, una volta esaurito l'effetto del rialzo del prezzo del petrolio. È più probabile che una discussione vera e propria sullo stimolo monetario, e su cosa fare da dicembre in poi, avvenga dopo l'estate, una volta che vengano individuate anche le ripercussioni sull'inflazione interna, dove le pressioni sono per ora modeste, ma potrebbero crescere nei prossimi mesi. Con la disoccupazione nell'eurozona ferma al 9,6% e 15 milioni di persone senza lavoro, è improbabile un rimbalzo immediato dei salari, i cosiddetti effetti di secondo grado cui la Bce guarda con attenzione. Il raggiungimento del 2%, e il suo superamento in Germania (dove, secondo dati diffusi ieri, l'inflazione ha toccato a febbraio il 2,2%) è destinato però ha causare nuova polemiche, soprattutto da parte tedesca, contro la Bce. In un anno elettorale, si moltiplicheranno le accuse di “esproprio” ai danni dei risparmiatori attraverso i tassi d'interesse a zero e ora di aver fatto ripartire l'inflazione, vero tabù per l'opinione pubblica tedesca.
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