Alla Grecia aiuti per oltre un miliardo
26/01/2017 - LUSSEMBURGO - I paesi della zona euro, riuniti ieri per una riunione ministeriale in Lussemburgo, hanno dato un via libera (parziale) a nuovi aiuti finanziari alla Grecia. I creditori del paese mediterraneo hanno deciso di versare al governo greco un altro assegno da 1,1 miliardi di euro. La seconda parte della prevista tranche – pari a 1,7 miliardi di euro – sarà versata quando vi sarà chiarezza sugli arretrati della pubblica amministrazione, possibilmente a fine ottobre.
«La Grecia ha completato il programma che prevedeva l’adozione di 15 misure di politica economica - ha detto in una conferenza stampa il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem –. I ministri delle Finanze della zona euro hanno quindi dato il loro benestare al versamento di una tranche da 1,1 miliardi di euro». Dall’agosto del 2015, la Grecia è oggetto di un terzo programma di aggiustamento economico del valore di circa 86 miliardi di euro. Gli aiuti giungono con il contagocce.
Il prestito concesso ieri è infatti una sotto-tranche di una tranche complessiva da 2,8 miliardi di euro. Il tutto fa parte di un pacchetto da 10,3 miliardi di cui 7,5 furono versati alla Grecia in giugno. Il governo Tsipras ha ottenuto i nuovi aiuti dopo avere adottato 15 misure economiche. I ministri hanno però preferito versare solo una parte degli aiuti, in attesa che sia verificato il raggiungimento dell’obiettivo del pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione a fine settembre.
In un comunicato, i creditori della Grecia hanno preso atto ieri degli sforzi del paese «nel riformare il sistema pensionistico e il settore energetico, rafforzare la governance bancaria, creare una agenzia indipendente delle entrate e proseguire con il programma di privatizzazioni» (si veda Il Sole 24 Ore del 10 settembre). Detto ciò, i paesi della zona euro hanno anche chiesto ad Atene di completare la creazione del fondo dedicato alle privatizzazioni (noto con l’acronimo inglese Hcap).
A proposito degli arretrati della pubblica amministrazione, i ministri hanno notato il lavoro effettuato in luglio ed agosto. Una volta verificato il raggiungimento dell’obiettivo fissato per settembre, i creditori daranno il benestare al versamento della sotto-tranche da 1,7 miliardi di euro. Dijsselbloem ha parlato di questione tecnica, più che politica. «Progressi devono continuare – ha aggiunto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici –, anche per alleviare le pressioni sull’economia reale».
Nel frattempo aleggia la controversa questione del debito pubblico greco. Finora, l’Fmi ha partecipato ai programmi di aggiustamento di cui è stata oggetto la Grecia. Tuttavia, da mesi ormai, il Fondo preferisce non partecipare a quest’ultimo piano. Chiede una ristrutturazione del debito pubblico greco (pari al 180% del PIL) perché l’economia del paese sia sostenibile e perché le regole dell’organizzazione chiedono che il paese che riceve aiuti sia solvibile.
La posizione dell’Fmi ha messo la zona euro in ambasce. Da un lato, questa ha bisogno del contributo del Fondo. Dall’altro, alcuni paesi non vogliono accettare di ristrutturare il debito pubblico greco, almeno non nel breve termine. In maggio, l’Eurogruppo si è messo d’accordo per un alleggerimento dell’indebitamento greco in tre fasi, la più sostanziale delle quali dopo il 2018. Dijsselbloem ha ribadito di prevedere che il consiglio di amministrazione del Fondo discuterà della questione entro fine anno.
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