Schulz sarà lo sfidante di Merkel
25/01/2017 - Francoforte - Il leader dei socialdemocratici tedeschi, Sigmar Gabriel, si ritira dalla sfida ad Angela Merkel alle prossime elezioni, nelle quali il cancelliere va alla ricerca del quarto mandato. Candidato a guidare la Spd nel voto del 24 settembre prossimo sarà a questo punto l’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, appena rientrato nella politica nazionale dopo una carriera spesa fra Bruxelles e Strasburgo. La sua designazione sarà votata ufficialmente domenica.
Gabriel, che è anche vicecancelliere e ministro dell’Economia nel Governo di grande coalizione fra l’unione democristiana Cdu/Csu guidata dalla signora Merkel e la Spd, lascia anche la presidenza del partito e andrà a occupare, dal mese prossimo, la carica di ministro degli Esteri che verrà lasciata libera da Frank-Walter Steinmeier, quando questi sostituirà Joachim Gauck alla presidenza della Repubblica. Si pensava finora che al ministero degli Esteri sarebbe andato Schulz.
Il valzer di poltrone fra gli esponenti del vertice socialdemocratico fatica a mascherare la difficoltà per la Spd di trovare un antagonista credibile per la signora Merkel, che ha recuperato popolarità, e di arginare la propria crisi di consensi, che vede oggi il partito appena sopra il 20% nei sondaggi, in netto calo anche rispetto al pessimo risultato del 26% delle ultime elezioni del 2013. La Cdu/Csu è attorno al 35-37%, secondo gli ultimi sondaggi.
Gabriel ha in più occasioni cercato di diversificare la linea del partito da quella della grande coalizione e di conquistare visibilità criticando la signora Merkel, ma non è mai stato molto popolare nell’opinione pubblica. Schulz, che ha 61 anni e ha presieduto il Parlamento europeo per due mandati, per complessivi cinque anni, viene ritenuto una figura di maggiore presa in campagna elettorale e ottiene migliori sondaggi in un confronto con Merkel, come riconosciuto ieri dallo stesso Gabriel. «Se ora mi presento, fallisco io, e con me fallisce l’Spd. Schulz ha più chance», ha detto il vicecancelliere in un’intervista al settimanale “Stern”. L’annuncio di Gabriel è stata un sorpresa, ma non troppo, tenendo conto dell’andamento dei sondaggi.
Pochi osservatori della politica tedesca, tuttavia, oggi sono convinti che la Spd, da chiunque guidata, possa ribaltare a proprio favore la corsa con i democristiani per uscire dalle elezioni come primo partito. La perdita di consensi del maggiore partito della sinistra potrebbe anzi togliere probabilità di successo anche all’unica alternativa possibile a un Governo ancora guidato dal cancelliere Merkel, cioè una coalizione rosso-rosso-verde, che comprenda anche la sinistra della Linke e i Verdi, schema già sperimentato nell’amministrazione locale di Berlino. La formazione di una compagine di governo dopo le elezioni potrebbe essere complicata dalla presenza sugli scanni del Bundestag di sei partiti, per l’ingresso del nuovo partito anti-immigrati Alternative für Deutschland, Alternativa per la Germania (che ha sottratto voti anche alla Spd), e il possibile ritorno dei liberali della Fdp, che nel voto del 2013 non avevano superato la soglia di sbarramento del 5%.
Il cambio di leadership in corsa da parte della Spd è anche un riconoscimento che la grande coalizione con i democristiani è impopolare nella base del partito e non paga in termini elettorali, come mostrano i sondaggi attuali e il risultato del 2009, dopo un’altra legislatura di Grosse Koalition. Schulz, non compromesso con l’attuale esecutivo, più conosciuto finora in Europa che in patria (fu tra l’altro oggetto di scherno da parte di Silvio Berlusconi, che disse che aveva una faccia da kapò da campo di concentramento), può incarnare meglio di Gabriel l’intenzione del partito di rappresentare un’alternativa, e non una spalla, all’unione Cdu/Csu. È anche una carta della disperazione alla ricerca di una svolta nei sondaggi che sotto Gabriel non è mai arrivata. Alla fine, tuttavia, dopo il voto del 24 settembre, un’altra alleanza fra democristiani e socialdemocratici potrebbe essere l’unica soluzione dell’aritmetica elettorale.
Al ministero dell’Economia per l’ultima parte della legislatura dovrebbe andare la sottosegretaria Brigitte Zypries.
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