04/01/2017 -
LONDRA - Team UK perde i pezzi a poche settimane dall'inizio dei cruciali negoziati con Bruxelles sull'uscita dalla Ue. Sir Ivan Rogers, l'ambasciatore britannico presso la Ue, oggi ha dato inaspettatamente le dimissioni. La decisione di lasciare, confermata dal Foreign Office, ha colto di sorpresa Downing Street e priva la Gran Bretagna di uno dei maggiori esperti di Unione Europea, che avrebbe dovuto avere un ruolo di rilievo nelle trattative su Brexit.
Rogers non ha spiegato le ragioni per le sue dimissioni ma ha solo detto che lascia con un anticipo di pochi mesi rispetto alla data prevista di fine mandato a novembre. I pochi mesi sono però di grande importanza, dato che la premier britannica Theresa May si è impegnata a invocare l'articolo 50, e quindi ad avviare negoziati formali di uscita, entro il marzo 2017.
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Secondo voci non ufficiali ma bene informate, Rogers ha lasciato perché bersagliato di critiche dal fronte pro-Brexit, che lo considera troppo filo-europeo, e perché frustrato dall'indecisione del Governo sulla strategia da adottare. Downing Street lo riteneva troppo pessimista, mentre Rogers considerava il Governo poco informato e poco realistico sulle difficoltà dei negoziati con Bruxelles.
Lo scorso anno Rogers aveva avvertito Downing Street che ci sarebbero voluti dieci anni, non i due previsti, per negoziare un accordo di libero scambio con la Ue. Il suo memorandum, che voleva sottolineare la complessità delle trattative, spesso sottovalutata dal Governo britannico, era stato reso noto, forse per danneggiarlo. Le sue parole erano state ferocemente criticate dalla stampa pro-Brexit. Secondo il quotidiano Daily Mail, diverse persone «avevano chiesto la testa di Sir Ivan e la sua sostituzione con un diplomatico più energicamente pro-Brexit».
Charles Grant, direttore del Centre for European Reform, ha dichiarato che «le dimissioni di Ivan Rogers rendono meno probabile un buon accordo su Brexit, perché era una delle poche persone al vertice che capiscono la Ue». L'ambasciatore è un veterano che in passato era stato segretario privato sia del cancelliere conservatore Kenneth Clarke che del premier laburista Tony Blair. Inviato a Bruxelles come chief of staff di Lord Brittan, il commissario Ue al commercio, aveva accumulato una vasta esperienza ed era rispettato per la sua competenza.
Le dimissioni dell'ambasciatore rafforzano la sensazione che il Governo britannico si stia dirigendo sempre più verso una ‘hard Brexit', un taglio netto con Bruxelles che prevede anche l'uscita dal mercato unico, e che la premier Theresa May stia gradualmente eliminando le voci moderate e filo-Ue.