Crescita, banche, migranti: le dieci sfide per l’Europa nel 2017 - Pubblicato il 2 Gennaio 2017
04/01/2017 - Compirà 60 anni il 25 marzo con l’anniversario del Trattato di Roma, ma non ci sarà molto da festeggiare. Per una strana ironia della sorte il 2017 sarà per l’Unione europea (che nel 1957 si chiamava Cee) l’anno delle sfide e degli interrogativi, con una serie di appuntamenti cruciali che potrebbero metterne in crisi l’identità. A curare la regìa saranno Malta e l’Estonia, alla loro prima esperienza di presidenza di turno semestrale della Ue.
Sono almeno dieci le prove da affrontare nei prossimi mesi e marzo rappresenterà uno snodo decisivo. «Sarà un anno di transizione con possibili sorprese: del resto il 2016 ci ha insegnato a non dare nulla per scontato», osserva Carlo Milani, direttore di Bem Research. « Bruxelles - sottolinea Benedicta Marzinotto, docente di politica economica all’Università di Udine - manterrà un atteggiamento attendista e cercherà di ritrarsi per lasciare la scena alle capitali».
I protagonisti saranno, infatti, i big che andranno alle urne e potrebbero ridefinire gli equilibri politici interni e nella Ue, ma anche condizionare i dossier sul tavolo. Si comincia in Olanda con le elezioni parlamentari del 15 marzo. Il Partito della libertà di Geert Wilders diventerà la prima forza politica? Se questo avverrà, il suo leader manterrà la promessa di un referendum sulla Nexit, l’uscita dell’Olanda dalla Ue (e anche dall’euro)? Un mese dopo gli occhi saranno puntati sulla Francia con le due tornate del 23 aprile e 7 maggio, in cui il Front National di Marine Le Pen cercherà le luci della ribalta nella sfida con la destra di François Fillon e il candidato di sinistra nominato alle primarie di questo mese. Anche la Le Pen ha promesso una consultazione sull’uscita dalla Ue, la cosiddetta Frexit.
I venti dell’euroscetticismo non risparmiano la Germania. Qui la spina nel fianco di Angela Merkel, alla ricerca del quarto mandato, si chiama Afd, Alternative für Deutschland. Riuscirà questa volta il partito a entrare nel Bundestag? Secondo Vincenzo Scarpetta, senior policy analist di Open Europe, «questo scenario potrebbe verificarsi, così come l’affermazione di Wilders a primo partito in Olanda e Le Pen al ballottaggio in Francia». Per Milani «il 2017 potrebbe persino rappresentare la fine dell’era Merkel con un nuovo governo di coalizione».
Un ruolo da protagonista spetterà ancora a Londra. Intorno a metà mese la Corte suprema britannica dovrà stabilire se serve il via libera del Parlamento per poter attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’addio alla Ue. «La Corte - spiega Scarpetta - dirà che il passaggio parlamentare è necessario, ma questo non dovrebbe impedire al governo di avviare la procedura a marzo come previsto. Dopo le incertezze degli ultimi mesi sembra che tutte le forze politiche siano d’accordo sulla necessità di rispettare la tabella di marcia. Se così fosse, la pratica di divorzio potrebbe partire proprio nello stesso mese dell’anniversario del Trattato di Roma». Restano, però, alcune incognite sui tempi del negoziato, sul tipo di accordo per ridefinire i rapporti tra Londra e Ue e il ruolo di Irlanda del Nord e Scozia che vorrebbero avere più voce in capitolo nell’addio alla Ue.
La situazione di difficoltà del settore del credito, secondo Milani «potrebbe portare nuovamente d’attualità il tema del completamento dell’Unione bancaria». Dopo l’avvio della vigilanza unica sotto l’egida della Bce e il sistema di risoluzione delle crisi bancarie è rimasto incompiuto il terzo pilastro: la garanzia unica sui depositi. Qui, però, le posizioni sono ancora distanti.
Resta caldo anche il tema delle politiche dell’immigrazione e di asilo. I leader Ue si sono impegnati a modificare il regolamento di Dublino entro fine giugno. Ma le resistenze restano, soprattutto da parte dei Paesi dell’Est.
L’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e il timore di un’America più isolazionista potrebbero spingere a piccoli passi avanti nel progetto di difesa comune. Di esercito Ue per ora non si parla, preferendo la messa in comune delle risorse per gli investimenti nella difesa.
La minaccia del terrorismo potrebbe influire sulle scelte dell’elettorato e costringere la Ue a difficili scelte condivise. Se i tempi per un’unica agenzia di intelligence non sono maturi, entro il 2017 è attesa la proposta di Bruxelles per rafforzare i poteri delle autorità doganali nella lotta contro il finanziamento alle attività terroristiche. Così come le tensioni con la Russia potrebbero dare un impulso a misure per ridurre la dipendenza energetica.
A marzo, al di là delle celebrazioni previste a Roma per l’anniversario del Trattato, il governo italiano attende il verdetto di Bruxelles sulla legge di Bilancio 2017, rinviato lo scorso novembre in attesa del referendum costituzionale. Riuscirà l’Italia a ottenere un via libera e un nuovo margine sul deficit dello 0,4% del Pil per le spese legate a migranti e terremoto o sarà necessaria una manovra correttiva? Su questo fronte gli esperti sono divisi: secondo Marzinotto e Scarpetta nell’anno elettorale Bruxelles dovrebbe mostrarsi più morbida e dare l’ok; Milani invece non esclude una richiesta di aggiustamenti.
Sarà, però, ancora Atene ad animare le riunioni dell’Eurogruppo con le verifiche periodiche del terzo piano di aiuti da 86 miliardi. La ristrutturazione del debito è destinata a rimanere un tabù, ma potrebbe tornare d’attualità e si discuterà del possibile ruolo del Fmi nel programma.
L’anniversario del Trattato di Roma, infine, sarà l’occasione per proseguire l’esercizio introspettivo sulla governance europea a ventisette avviato a Bratislava lo scorso settembre, ma anche su una possibile maggiore integrazione dell’area euro. «In primavera - conclude Marzinotto - è atteso un Libro bianco della Commissione Ue sulla capacità di bilancio dell’Eurozona, primo embrione dell’Unione di bilancio». Poi saranno le capitali a conquistare la scena.

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