Ue, bene Svizzera su libera circolazione lavoratori stranieri - Ma focus su attuazione e non discriminazione frontalieri
23/12/2016 - BRUXELLES - Bene la legge sui lavoratori stranieri adottata dalla Svizzera, in quanto garantisce la libera circolazione e non introduce le quote, ma attenzione alla sua attuazione pratica e in particolare alla non discriminazione dei frontalieri. E' il messaggio dell'Ue a Berna, dopo aver analizzato la legislazione del 16 dicembre che attua, in modo 'soft', il risultato del referendum svizzero del 2014 in cui si chiedeva addirittura di contingentare i lavoratori stranieri per dare la precedenza a quelli della Svizzera.
L'Ue aveva avvertito che senza la libera circolazione sarebbe scattata la 'clausola ghigliottina' che avrebbe fatto saltare tutti gli altri accordi di cooperazione, dall'Erasmus a quelli su ricerca e pmi, che sono stati infatti sospesi. "Le autorità svizzere e le istituzioni europee non hanno risparmiato sforzi per giungere a una soluzione concertata che garantisca la piena integrità di uno dei nostri principi fondanti: la libertà di circolazione delle persone. La Commissione ne seguirà da vicino l'attuazione", ha dichiarato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. L'equilibrio raggiunto dalla legge federale svizzera sugli stranieri della scorsa settimana per Bruxelles dovrebbe infatti "permettere di preservare l'integrità degli impegni contrattuali che legano l'Unione europea e la Svizzera".
Questa prevede che, nelle regioni o nei settori dove la disoccupazione è più elevata, le aziende si rivolgano prima ai centri per l'impiego locali segnalando gli annunci di lavoro, quindi senza discriminazione di nazionalità e dando l'obbligo di precedenza ma non di preferenza. Sarà però "essenziale", ha avvertito la Commissione dopo l'incontro insieme ai 28 e alle autorità svizzere nell'ambito del Comitato misto tenutosi oggi, "che l'ordinanza di esecuzione fornisca precisazioni e garanzie su alcuni elementi fondamentali come l'accesso alle informazioni su posti vacanti e pieno rispetto dei diritti dei lavoratori transfrontalieri". La Svizzera ha anche ratificato l'ingresso della Croazia, entrata nell'Ue nel 2013, nella libera circolazione delle persone. Questo riapre le porte alla partecipazione di Berna ai programmi Ue Erasmus e Horizon 2020.
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