Il Lussemburgo riceve più fondi Ue pro capite di tutti gli altri Paesi Ue
18/10/2016 - Sembra incredibile ma è il Lussemburgo, secondo uno studio del think tank americano Stratfor, il maggior beneficiario netto dei fondi Ue, se misurati come contributi netti pro-capite. Ogni abitante del Granducato riceve infatti 2.278 euro contro i 448 della Grecia, i 240 della Polonia e i 37 dell’Irlanda. Holger Zschaepitz, senior editor a Welt, dice che il dato della ricerca è «totalmente assurdo». L’Italia, invece, insieme ad altri 10 paesi contributori netti su 28, è appunto contributore netto per 59 euro pro capite, come pure la Francia (92 euro), la Germania (211), la Gran Bretagna (215), la Svezia (262) e l’Olanda che con 331 euro si colloca al primo posto in classifica dei paesi più generosi. Lo studio americano premette però che non ha preso in considerazione gli sconti (i famosi rebate inaugurati dal premier britannico Margareth Thatcher) ed avvisa che i dati includono le spese amministrative, particolarmente significative nel caso del Belgio e guarda caso del Lussemburgo, entrambi sede di importanti sedi comunitarie. Le fonti della ricerca sono la Camera dei comuni britannica che evidentemente ha studiato a fondo la materia, e i dati della Commissione europea.

La Commissione europea sul tema non fornisce dati sui saldi netti tra paesi membri ma preferisce calcolare il bilancio nel suo insieme dividendo i flussi dei vari settori.
La questione è destinata a infiammare il dibattito europeo nel prossimo futuro quando la Gran Bretagna della premier May deciderà di iniziare Brexit, il che comporterà la perdita di un bel gruzzolo di fondi per Bruxelles sebbene un recente rapporto della Camera dei Comuni britannica abbia mostrato che per ogni anno nel periodo 2009-2015 gli sconti per il Regno Unito hanno raggiunto da 3,9 miliardi a 6,5 miliardi di euro. Che faranno gli altri stati? Ridurranno il bilancio Ue o aumenteranno pro quota i loro contributi? Con ogni probabilità, le politiche sui sussidi agricoli e ai fondi di sviluppo dovranno essere riviste. E nuove fonti di conflitto sorgeranno tra gli stati membri. Il bilancio dell'Ue è organizzato attorno a un quadro finanziario pluriennale, che stabilisce le priorità di spesa e i limiti per un periodo di sette anni. (Quello attuale dura fino al 2020.) Ogni anno, la Commissione europea, il Parlamento e gli Stati membri dell'Unione europea negoziano i bilanci annuali in base ai limiti di spesa e le priorità stabilite dalla disciplina in vigore. Circa il 75% del bilancio comunitario proviene da pagamenti effettuati dagli Stati membri, calcolati in base al loro Pil lordo. Ciò significa che, in termini assoluti, le maggiori economie danno contributi maggiori. Ma non tutti gli Stati membri contribuiscono nella stessa proporzione a tale reddito, ciò, ricorda il rapporto Stratfor, porta a squilibri dei contributi pro capite. Inoltre, dal momento che il bilancio è utilizzato per finanziare la maggior parte dei programmi Ue, molti paesi danno più soldi per l’Unione di quello che ricevono da esso. Nel 2015, per esempio, 10 dei 28 membri del blocco europeo erano contribuenti netti al bilancio. Gli altri hanno ricevuto più di quanto hanno pagato. E molti stati, tra cui l’Italia e la Grecia, di fronte ai rifiuti di accettare le quote sui migranti ad esempio da parte dei quattro Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia), chiedono di sospendere i flussi dei fondi Ue a chi non rispetta gli impegni presi al Consiglio degli Stati in materia di immigrazione.

Altri esperti sono però scettici sui dati che escono sui saldi netti . Infatti non è possibile trovare in un sito istituzionale dell'Ue alcuna tabella al riguardo su un tema così dibattuto. Probabilmente questa cautela è dovuta al fatto che la Commissione europea storicamente non enfatizza una policy sui saldi netti; la sua posizione è che il bilancio Ue è basato sul principio di universalità e alcuni programmi di intervento e di investimento sono trasversali e conducono ad esternalità che sono spesso cross-border e difficilmente misurabili. Ma ora l’opinione pubblica si è fatta più attenta e forse qualche cifra in più sarà disponibile anche dalla direzione Budget di Bruxelles.
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