La Bce su Brexit: rischi in aumento per l’economia, l’incertezza resta alta - Articolo del 18 Agosto 2016
14/09/2016 - Rischi di un peggioramento dell'economia dell'area dell'euro «sono aumentati soprattutto per effetto del risultato del referendum in Gran Bretagna» ma le stime al riguardo «sono ancora soggette a un alto livello di incertezza così che la situazione richiede molta cautela nel valutare gli andamenti futuri». È quanto si legge nel protocollo della riunione che il Consiglio direttivo della Bce ha tenuto il 20-21 luglio a Francoforte, riguardo all'esito del referendum del 23 giugno sull'uscita britannica dalla Ue, precisando che su questo punto è emerso «ampio consenso». Allo stesso tempo si sottolinea come «la reazione dei mercati finanziari dell'area dell'euro sia stata più contenuta di quanto si potesse prevedere sia nella risposta iniziale sia nel parziale recupero che è seguito».
Necessario più tempo per valutazione dopo Brexit
Secondo il board della banca centrale «i dati in arrivo confermano lo scenario di base di una ripresa economica moderata e di tassi di inflazione in aumento» nell'area dell'euro. Ancora nelle minute rese note oggi si sottolinea che «anche se l'incertezza è aumentata dopo l'esito del referendum britannico sulla Ue, nondimeno è stato valutato che fosse prematuro valutarne le possibili implicazioni economiche per l'area dell'euro». Nei prossimi mesi, questa la conclusione, «mano a mano che si rendono disponibili più informazioni, comprese le nuove stime dello staff di economisti della Bce, il Consiglio direttivo si troverà in una situazione migliore per riprendere in esame le condizioni e i rischi macroeconomici di base». Nel frattempo, l’Eurotower «dovrà continuare a seguire con molta attenzione gli andamenti economici e dei mercati finanziari», confermando di essere pronta «ad agire se necessario per raggiungere l'obiettivo di stabilità dei prezzi».
La vulnerabilità delle banche riemerge a ogni nuovo shock
Quanto ai ribassi accusati in Borsa dalle banche dell'area dell'euro dopo il referendum sulla Brexit, durante la discussione è stato evidenziato come i cali dei titoli bancari «possono essere dovuti in parte all'impatto diretto del referendum». D'altra parte questi «riflettono anche la continua debolezza di base della redditività bancaria, dovuta a sua volta a un periodo prolungato di crescita moderata e di bassi tassi di interesse ma anche a questioni del passato come i livelli, ancora molto elevati in alcune parti del sistema bancario dell'area dell'euro, dei prestiti problematici», gli Npl, «che continuano a pesare sui bilanci bancari».
Durante la riunione «è stato fatto presente che queste vulnerabilità tendono a riemergere con ogni nuovo shock che rappresenti un rischio per la ripresa dell'economia dell'area». Anche se la volatilità dei titoli bancari in Borsa «non rappresenta di per sé una preoccupazione, nondimeno richiede attenzione - si legge ancora nel protocollo - nel caso in cui dovesse indebolire il funzionamento del canale degli impieghi bancari» e di conseguenza «la trasmissione della politica monetaria all'economia reale dell'Eurozona». In ogni caso, è la valutazione finale, il sistema bancario dell'area dell'euro «viene considerato molto più solido rispetto alla valutazione complessiva dei bilanci bancari condotta nel 2014».
Non alimentare attese indebite su future decisioni
Durante la riunione del 20-21 luglio il Consiglio direttivo della Bce ha trovato, infine, «un ampio consenso» sul fatto che fosse necessario «ribadire la volontà e la capacità di intervenire» dello stesso Consiglio «se necessario per raggiungere il proprio obiettivo e usando tutti gli strumenti a disposizione entro il suo mandato, senza alimentare attese indebite sul corso futuro della politica monetaria». Anche se il panorama complessivo resta pressoché invariato, con una moderata ripresa in atto, tassi di inflazione in ripresa e condizioni finanziarie altamente favorevoli, si legge nelle minute della riunione diffuse in giornata, «nondimeno nuovi venti contrari sono emersi dal referendum britannico e l’incertezza è aumentata anche a causa di andamenti geopolitici altrove e della situazione sui mercati finanziari».
Tuttavia «è stato valutato che il momento fosse troppo prematuro per valutare le possibili implicazioni di questi elementi sfavorevoli sull'economia, e sulle prospettive dei prezzi, nell'area dell'euro». È emersa «una sensibilità condivisa tra i consiglieri - è la conclusione - che fosse troppo presto per discutere qualsiasi tipo di reazione di politica monetaria in questo momento» e che «ci fosse bisogno di più tempo per valutare tutte le informazioni in arrivo nei prossimi mesi, anche se i rischi di un peggioramento erano chiaramente aumentati».
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